November 25, 2024
Pochi conoscono il Manifesto delle Relazioni industriali di Federmeccanica ma tutti farebbero bene a leggerselo soprattutto quanti sono impegnati nei rinnovi contrattuali
Il breve documento non presenta elementi sostanziali di novità rispetto a quanto già detto e scritto dai vertici industriali ma rappresenta una sorta di vademecum per la parte datoriale che siede ai tavoli contrattuali
Partecipazione e confronto con chi e su quale basi?
Le parti sociali e gli individui coinvolti in un nuovo patto fondante le nuove Relazioni sociali.
Ci suona spontaneo il richiamo alla Carta del lavoro del 1927 ove il contratto viene visto come conciliazione tra gli interessi dei lavoratori e dei padroni, entrambi subordinati alle ragioni della produzione.
Il fascismo ideo’ le associazioni professionali, corporazioni che inglobavano teoricamente gli interessi del datore e della sua forza lavoro, nei fatti le cose andarono diversamente perché il potere industriale, con relative ruberie, rimase saldamente nelle mani dei poteri forti e dei loro proprietari antecedenti all’avvento di Mussolini
Non pensiamo che il Manifesto di Federmeccanica voglia riproporsi come versione attualizzata della Carta del Lavoro ma ove si prefigura un patto unificante a prescindere dagli interessi di parte è impossibile non cogliere qualche pericolosa analogia
Federmeccanica parla di priorità non della produzione ma degli obiettivi aziendali di sviluppo e di crescita, cambia il linguaggio ma la prospettiva è la stessa se pensiamo che parte di questa produzione viene delocalizzata all’estero dove il costo del lavoro è un decimo e ove lo sfruttamento delle risorse ambientali non conosce limiti ma si avvale di legislazioni favorevoli
Nelle fabbriche italiane trovate per caso lavoratori motivati e soddisfatti del loro lavoro, delle condizioni in cui operano e della loro stessa retribuzione?
Sviluppo delle relazioni interne all’azienda sono solo funzionali a
Il contratto nazionale nella “nuova” filosofia padronale vien visto come un ostacolo che presuppone tempi lunghi, scioperi e situazioni conflittuali, meglio ristabilire una intesa sul piano aziendale in nome di un sistema relazionale che prevede il superamento del sindacato come strumento di difesa della classe lavoratrice
In altri termini anche questo strumento imperfetto, piegato a logiche e pratiche subalterne, sta diventando un ostacolo da rimuovere per i padroni in nome della produttività, della ripresa, di un confronto sui grandi temi che ovviamente non viene mai esplicitato perché confronto non è ma assuefazione agli obiettivi padronali
Il Manifesto svela comunque , al di là del linguaggio imbonitore, i suoi obiettivi: le dinamiche salariali crescono molto piu’ dei profitti del settore, quindi si contraggano i salari a vantaggio dei profitti e a tale scopo serve un nuovo sistema di relazioni sindacali a partire dal secondo livello potenziato a svantaggio del ccnl
Le regole chiare, semplici , certe ed esigibili richieste dal Manifesto di Federmeccanica sono presto fatte: le deroghe ai contratti nazionali non sono piu’ sufficienti, serve un nuovo modello che sia sempre piu’ sbilanciato verso il secondo livello, serve alla classe padronale\industriale un nuovo sistema di regole che non preveda obblighi e regole, appunto una sorta di carta del lavoro sempre piu’ snella che permetta ai padroni piena libertà di azione in materia di orari, paghe, contratti, una grande deregulation dei diritti sbandierata come moderno sistema di relazione
Di moderno in realtà ha ben poco , ricorda piuttosto gli albori del capitalismo industriale quando le condizioni erano di semischiavitu’
Sul sito di Federmeccanica il Manifesto delle Relazioni Industriali:
Cobas Pisa
Lascia un commento