Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Presidio dei lavoratori della Regione Toscana contro presidente, giunta e direttori

Postato il 17 Dicembre 2015 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

DALLA REGIONE TOSCANA

DIPENDENTI IN AGITAZIONE

presidioOggi 15 dicembre 2015 dalle 10 alle 13 davanti al Palazzo Sacrati Strozzi si è tenuto il presidio dei lavoratori della regione toscana indetto dalla RSU (Rappresentanza sindacale unitaria) e una conferenza stampa. Abbiamo partecipato in 800.

La RSU ha presentato ai vertici della Regione Toscana una piattaforma in cui si chiede un leggero aumento del salario accessorio, attraverso l’attribuzione di progressioni orizzontali a tutti gli aventi diritto e più trasparenza nell’attribuzione degli incarichi di Posizione Organizzativa.

Il no è stato netto e francamente non ce lo aspettavamo da un presidente che si erge a difensore di tutti i lavoratori (ma evidentemente non di quelli che lavorano per la sua giunta).

Chiediamo l’apertura della contrattazione sindacale, come democrazia vuole.

Il 9 dicembre si è tenuto un incontro dal prefetto in cui è stata sancita la chiusura totale da parte dell’amministrazione.

Non c’è invece chiusura quando si tratta di pagare molto più di quanto siamo pagati noi, il personale scelto direttamente dai politici, che nel 2014 sono costati 7.517.334 euro e quest’anno 6.116.980 euro. Questi addetti scelti dai politici, oltre alle voci stipendiali fisse e continuative (fra cui lo stipendio tabellare) percepiscono fra i 11.134,77 euro e i 19.517,15 euro (a seconda della categoria di appartenenza), senza valutazioni. Lo stipendio annuale dei direttori è 170.000 euro lordi per Direttore generale e 130.000 per gli altri. I direttori nella scorsa legislatura erano 8 e ora, con la spending review, sono diventati 15. Inoltre in base alla legge toscana 1/2009 sul personale l’incarico di direttore è attribuito dal presidente della regione (che guadagna 13.000 euro al mese). Ecco dove si dovrebbe risparmiare.

Chiediamo rispetto e la giusta retribuzione come previsto dall’articolo 36 della Costituzione.

E poi c’è un punto che interessa anche alla società toscana. La scelta per cooptazione in nome del rapporto fiduciario oltre a creare lavoratori di serie A e di serie B non in base alle capacità, ma in base all’appartenenza politica, non mette al centro qualità ed efficienza dei servizi offerti e impedisce quelle forme di controllo che possono derivare solo dalla terzietà effettiva, che è possibile solo se non si è incaricati o raccomandati dai politici o loro emissari. La qualità dell’organizzazione del lavoro in Regione Toscana può derivare solo da una selezione e avanzamento di carriera fondata sulle capacità e sulla conoscenza e non sulle appartenenze politiche. Vanno rottamate le vecchissime (e deleterie) pratiche della raccomandazione, legalizzate (attraverso il potere discrezionale della struttura gerarchica) ma comunque odiose e in contrasto con la buona organizzazione e il buon funzionamento della pubblica amministrazione. Il potere assoluto dei direttori non fa rima con qualità dei servizi offerti alla società toscana: fa male ai lavoratori (quelli non raccomandati) e alla società toscana.

Mentre noi lavoratori indipendenti dai politici, perché entrati attraverso concorso pubblico, garantiamo un’assoluta imparzialità, obiettività, trasparenza e indipendenza e quindi la tutela dell’interesse pubblico, chi ha ottenuto un incarico direttamente da un politico è oggettivamente dipendente da lui. Qui seguiamo il ragionamento dei costituenti quando hanno imposto il concorso pubblico per accedere alla pubblica amministrazione, proprio per impedire legami troppo stretti fra dipendenti pubblici e politici per gli ovvi rischi che comportano.

Marvi Maggio – COBAS Regione Toscana

per saperne di più visita il blog dei cobas regione toscana:

https://rtcobas.wordpress.com/

e in particolare:

https://rtcobas.wordpress.com/2015/12/11/il-re-e-nudo/

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