Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

“Come ti distruggo la contrattazione di secondo livello nel pubblico impiego”. Intervento di Giusti e Cerretini

Postato il 30 Dicembre 2015 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

webL’egemonia culturale dei padroni sta coinvolgendo anche il pubblico impiego, a colpi di pareri Aran, circolari della Funzione Pubblica e articoli su riviste specializzate, si ricorre ad una continua emergenza che si traduce nella negazione di diritti e nel drastico ridimensionamento della contrattazione collettiva.

E’ di pochi giorni fa la notizia che i decreti attuativi della Legge Madia tarderanno mesi, nel frattempo dalla approvazione della legge 124\2015 ad oggi sui contenuti della riforma i sindacati hanno speso poche parole

Una volta tanto saremo noi a spezzare una lancia a favore dei dirigenti, visto che la riforma Madia non garantisce l’ autonomia dei dirigenti dagli organici politici, l’attività gestionale viene piegata ai dettami dell’indirizzo politico, dei programmi di mandato dei sindaci. Quanto scritto dalla Corte dei Conti sulla riforma della dirigenza è sicuramente piu’ radicale del pensiero di cgil cisl uil, i dirigenti con incarichi a tempo determinano la subalternità delle macchine amministrative ai voleri della politica tanto a rischiare un deferimento alla Magistratura contabile non saranno certo i politici che a colpi di decreti legge si sono messi al riparo da ogni contestazione (i famosi conflitti di interesse….)

Il silenzio verso la legge 124 del 7 agosto 2015 è emblematico e ricorda come all’indomani della approvazione del jobs act gli stessi sindacati erano certi di strappare “conquiste” con i decreti attuativi salvo poi fallire miseramente. E i silenzi sul jobs act ricordano l’assenza di critica alla riforma della dirigenza e del lavoro pubblico

Del resto, a colpi di decreti legislativi, hanno annullato gran parte del potere di contrattazione nel pubblico impiego, ora con la Riforma Madia e i decreti attuativi si arriverà alla fine di un lungo percorso di smantellamento della Pubblica amministrazione la cui cabina di regia non risiede solo nelle stanze del Ministero ma in Confindustria e a Bruxelles.

Gli strateghi confindustriali da tempo scaricano sul “lavoro pubblico” tutti i loro mezzi comunicativi, campagne disinformative volte a depotenziare qualsiasi rivendicazione di largo respiro alimentando la leggenda che il Pubblico abbia bisogno di ampie riforme come se quanto accaduto da 20 anni a questa parte non fosse mai avvenuto. La rimozione del passato, lo stravolgimento del presente e una campagna mediatica meno becera di quella brunettiana contro i fannulloni sono il corollario a quella lenta ristrutturazione che mira a ridimensionare il welfare e a ridurre il lavoro pubblico, del resto a chiederlo sono i grandi capitali in cerca di una circolazione piu’ libera che necessita anche di stravolgere tutte le normative in materia di lavoro

Rimandiamo a IL Sole 24 Ore, che con l’ accattivante titolo “Rischio di blocco per i “premi” al personale” a firma di A. Bianco e riferito al comparto Regioni AA.LL., alimenta un clima di paura e di incertezza, anche se le problematiche che esistono sono solo di tipo “tecnico burocratico” legate al nuovo sistema di armonizzazione di bilanci degli Enti Locali che si applicherà nel 2016.

Fra l’ altro di tutto questo , Aran, Funzione Pubblica e Enti locali non hanno fornito informazione a sindacati e Rsu.

Dove sono finiti i centri studio del sindacato confederale cgil cisl uil se i delegati rsu sono costretti a leggere e a studiare sui materiali prodotti da Confindustria e dall’aran? Una subalternità culturale e politica degna della peggiore capitolazione

Il D.Lgs. n. 126\2014 introduce nuove regole per gli equilibri di bilancio (ricordate il pareggio di Bilancio in Costituzione ?). Il legislatore si muove sulla linea tracciata dal fiscal compact, quindi è naturale, per i loro fini legati alla riduzione dei diritti sociali, che vogliano un controllo più severo sui bilanci, su crediti e debiti esigibili.

L’articolo de Il sole 24 ore ha un obiettivo ambizioso, quello di insinuare paura, anzi panico, tra il personale e il sindacato della Pa per costringerlo a sottoscrivere gli accordi decentrati in fretta e furia, rinunciando a rivendicare maggiore salario

Il nuovo bilancio è ancora tutto da scorprire e qualche problema potrebbe nascere con la parte variabile del fondo a partire dal 2016, con l’incremento dei fondi ad opera della amministrazione che sarà sempre piu’ legato alla programmazione, per cui al Documento Unico di Programmazione ( DUP) e a seguire al Piano Esecutivo di Gestione ( Peg) quale strumento di maggior dettaglio del DUP, al Piano degli Obiettivi (Pdo) ed al Piano delle Perfomances individuale e organizzativa.

Stiamo parlando di documenti dirimenti per la gestione degli enti locali, documenti dei quali nè i lavoratori nè i delegati rsu sanno qualcosa, per questo si gioca sull’ignoranza per costruire paure e clima di emergenza

E’ tempo che il sindacato cambi radicalmente l’ approccio alla contrattazione non solo collettiva ma anche quella decentrata, per questo sarebbe necessario rompere il tabu’ che vede i contratti di ente come documenti da sottoscrivere sempre e comunque a prescindere dai contenuti. E’ la logica del sindacato che trae legittimità solo dalla firma degli accordi senza mai rivendicare aumento del salario, utilizzo di tutte le risorse del fondo della produttività, la supremazia della perfomance organizzativa (legata a valutazione collettive )a discapito di quella individuale. Il sindacato insomma che vive nella nostalgia della concertazione e in questa ottica sottoscrive qualunque intesa decentrata sposando la tesi che non farlo significherebbe regalare soldi e incrementi della parte variabile alla controparte

Per questo la mancata definizione entro l’ anno di competenza della contrattazione decentrata integrativa, si trasforma nella colpevolizzazione della parte sindacale per l’allungamento dei termini contrattuali quando sono invece gli enti pubblici i responsabili della mancata sottoscrizione degli accordi decentrati, i responsabili del mancato incremento della parte variabile dei fondi che dipende da atti e progetti che devono trovare prima realizzazione e poi essere adeguatamente supportati e certificati.

E’ evidente che gli obiettivi dati agli enti locali dal nazionale sono finalizzati a scongiurare sul nascere la presentazione di piattaforme rivendicative “forti” da parte del personale, per cui si ritarda scientemente la costituzione del fondo e non si coinvolgono mai i lavoratori nella definizione di piattaforme rivendicative . Dopo avere bloccato per sei anni i contratti nazionali ora la partita si gioca sulla contrattazione decentrata al massimo ribasso, per questo la chiusura degli accordi senza incremento della parte variabile è un obiettivo ambizioso che spingerà i padroni, pubblici e privati, ad una levata di scudi antisindacale. E per rendere possibile questa offensiva ci si affida a tecnici, studiosi e intellettuali organici ben disposti a scongiurare sul nascere la riappropriazione delle conoscenze e la conquista di un ruolo sindacale conflittuale e antagonista.

Cobas Pisa

Leggi anche:

http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2015/12/29/46438-come-ti-distruggo-la-contrattazione-di-secondo-livello-nel/

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