November 25, 2024
Redazione di Operai contro,
ti invio uno scritto di Marco Damilano, che si chiede dove sono finiti gli intellettuali. La risposta semplice è che gli intellettuali italiani sguazzano nella merda di privilegi che gli concedono i padroni. Si potrebbe aggiungere che il ruolo degli intellettuali italiani è sempre stato quello di portare allo sbando gli operai che si ribellavano ai padroni ( vedi A. Sofri, Negri e altri) Si potrebbe aggiungere che gli intellettuali italiani sono degli ignoranti leccaculo dei padroni, senza paura di sbagliare. Molti intellettualini della cosidetta “sinistra” per restare a galla hanno seguito la strada di fondare partitini che hanno contribuito a confondere gli operai.
Gli operai non devono avere nessun rispetto per questi ignoranti leccaculo dei padroni. Gli operai devono imparare a combatterli per liberarsi dalla cappa di falsità che spandono a servizio dei padroni. Combattere questi sciacalli è un compito per la costruzione del PARTITO OPERAIO
L.S.
Articolo di Marco Damilano
Parlo all’Italia riformista. Perché stiamo perdonando a Matteo Renzi quello che non perdonavamo a Silvio Berlusconi? Che cosa ci sta portando a fermarci?». La voce di Roberto Saviano su repubblica.it risuonava su smartphone e tablet nel pomeriggio di venerdì 11 dicembre a Firenze nella grande ex stazione Leopolda che si preparava ad accogliere il popolo renziano per il raduno annuale.
Lo scrittore attaccava «una struttura politica che ha compiuto l’ennesimo atto autoritario», il «conflitto di interessi» del ministro Maria Elena Boschi, figlia dell’ex vice-presidente della Banca Etruria oggetto di un decreto del governo.
Un crescendo che, il giorno dopo, arrivava a definire la Leopolda «un’accolita che difende i malversatori». Ma esaurita l’indignazione di giornata del cerchio magico del premier contro le parole dello scrittore, bisogna riprendere il j’accuse di Saviano che va ben al di là della singola questione, chiama in causa il diritto di critica, «che non può essere considerato un impiccio», e il rapporto degli intellettuali con il nuovo principe venuto da Rignano.
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