November 25, 2024
Nei prossimi giorni andrà in consiglio dei ministri la proposta del licenziamento facile e immediato (“entro 48 ore”) nella pubblica amministrazione per i\le dipendenti colpevoli di falsificare gli attestati di presenza o se preferite per chi timbra il cartellino o se la fa timbrare.
Attendiamo di conoscere il testo sulla cui legittimità costituzionale (il diritto di difesa esiste ancora in Italia?) è doveroso dubitare
Ma come stanno veramente le cose in materia di provvedimenti disciplinari? E dietro questo decisionismo Renziano cosa si nasconde?
Intanto partiamo dalla sentenza n. 281 del 12 gennaio 2016 della Corte di Cassazione che ribadisce come il concetto d’immediatezza della contestazione vada inteso in senso relativo e non assoluto. Difficile che il Governo non conosca questa sentenza, quasi certo che in nome della lotta contro i fannulloni e certo di avere dalla propria parte una opinione pubblica facilmente manipolabile (se fossimo in un paese serio inseguirebbero con i forconi i responsabili dell’innalzamento delle pensioni e delle liste di attese interminabili per visite, analisi e prestazioni sanitarie) si voglia aggirare ancora una volta la Carta e distruggere diritti e tutele residue
I giudici della Suprema Corte evidenziano come i tempi tra il fatto commesso e l’esercizio del potere disciplinare (la contestazione) possano essere dilatati perché alcuni enti pubblici hanno una macchina organizzativa complessa ma soprattutto perché devono essere accertatele responsabilità e completate le indagini ispettive, magari per appurare altre responsabilità in materia di controlli.
La tempestività dell’azione disciplinare non è messa in discussione dalla Cassazione ma viene subordinata, o se preferiamo riportata, alla necessità che il datore di lavoro prima acquisisca una effettiva conoscenza dei fatti e delle responsabilità.
Se la sentenza della Costituzione tutela il diritto alla difesa e richiama l’ente pubblico a svolgere un’indagine conoscitiva attivando tutti gli strumenti necessari a prevenire certi fatti che gettano discredito su tutto il personale della pubblica amministrazione, il Governo Renzi vuole i licenziamenti immediati “contro i dipendenti che imbrogliano sul cartellino” e su questo punto verteranno anche i prossimi decreti attuativi della Madia in materia di “riforma della Pa”.
Ma il presidente del Consiglio è il paladino della lotta contro le ingiustizie? Se cosi’ fosse le migliaia di cittadini truffati dalle banche troverebbero giustizia e ministri alle prese con palesi conflitti di interessi cacciati.
Quindi il decisionismo Renziano è dettato da ben altri scopi, per esempio
– già nel decreto legislativo 165\2001 viene previsto il licenziamento per assenze prolungate e non giustificate e per la falsificazione delle presenze con tempi per altro corti (per chiudere un provvedimento disciplinare sono necessari 60 giorni per una ecografia in ospedale passano anche 8 mesi). Quindi non c’è bisogno di una legislazione di emergenza, basta solo applicare quella già esistente riconoscendo al lavoratore di esercitare sempre e comunque il diritto alla difesa, ma soprattutto vanno previsti strumenti di controllo della macchina amministrativa che non siano telecamere in ogni ufficio o un clima da caserma. Senza giustificare certi comportamenti pensiamo che la formazione del personale, la sua riqualificazione, stipendi adeguati e un ampio turn over sarebbero strumenti di rilancio della pubblica amministrazione atti anche a prevenire certi furbetti
– La Corte dei conti si accanisce contro piccoli reati ma chi reca un danno alla immagine del paese e della Pubblica amministrazione dorme sonni tranquilli. Quindi una giustizia tenera con i potenti e feroce contro i piu’ deboli (o se preferite contro i “pesci piccoli). L’importante è non attaccare i poteri economici dominanti, magari gli stessi che hanno incoronato il presidente del Consiglio
– i dati sulle assenze per malattia dei lavoratori pubblici e privati sono fermi a 3 anni fa e allora si equivalevano per numero. L’obiettivo del Governo e di Confindustria è quello di inserire nei contratti in fase di rinnovo norme sempre piu’ penalizzanti in termini economici per chi si ammala non solo con la decurtazione dei salari (che già esiste) ma rivalendosi in termini ancora piu’ decisi sulla contrattazione di secondo livello
– spianare la strada ai decreti attuativi del Jobs act che sanciranno lo smantellamento del lavoro e dei servizi pubblici. Se i rinnovi contrattuali porteranno, dopo sei anni di blocchi, solo 3,50 euro al mese, solo un dipendente su 4 che andranno in pensione verrà sostituito. Queste cifre incontrovertibili dimostrano la reale volontà del Governo in materia di pubblica amministrazione
– i licenziamenti nella pubblica amministrazione ci sono già, nel 2013 sono stati 220. Attenzione che i provvedimenti disciplinari sono migliaia e non colpiscono fannulloni ma numerosi lavoratori e lavoratrici che hanno contestato provvedimenti dirigenziali. Il messaggio è chiaro: chi da oggi in poi si oppone o sarà insubordinato e riluttante allo smantellamento della pa sarà colpito rischiando anche il posto di lavoro
– il jobs act non si applica ancora al Pubblico impiego ma viene caldeggiato da Confindustria (sole 24 ore del 17 Gennaio) che spinge per applicare il jobs act e le tutele crescenti in tutto il mondo lavorativo
– L’Ue e la Troika insistono per accelerare i tempi della riforma della pa, a giorni il Consiglio dei Ministri approverà non solo le norme sul licenziamento facile e immediato dei “fannulloni” ma anche la soppressione di 2000 aziende partecipate con processi di fusioni guardate con particolare interesse dalla Confindustria che evidentemente ha fiutato l’affare- Sono in gioco migliaia di posti di lavoro, questa è la realtà.
Alla luce di queste considerazioni chi potrà ancora pensare a Renzi come paladino della giustizia? Forse la sua idea di giustizia è quella della Ruota della Fortuna , la trasmissione con Mike che lo vide protagonista.
Il comunicato in formato pdf
Cobas Pisa
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