November 25, 2024
Autunno 1990: il Consiglio di sicurezza dice sì al sequestro dell’Onu da parte statunitense, nella preparazione della devastante «Tempesta del deserto» contro l’Iraq, scatenata a partire dal 17 gennaio 1991.
Il 29 novembre dovrebbe essere una delle tante “giornate del ringraziamento” a Cuba per la funzione storica che ha avuto, spesso da sola, piccola gigante, contro l’imperialismo delle guerre e dei privilegi. Vediamo cosa accadde nei mesi dell’autunno-inverno 1990, mentre l’Occidente (e l’Italia dell’art. 11 della Costituzione…) scivolavano verso una atroce guerra all’Iraq. Uno spartiacque nella storia recente. E forse nella vita di alcuni di noi. Appartenere a un paese guerrafondaio è atroce.
Il 2 agosto 1990 l’Iraq invade il Kuwait, che accusa di condurre una guerra economica perché invadendo il mercato con il suo petrolio ha contribuito ad affossarne il prezzo, con enormi perdite per gli iracheni appena usciti dalla disastrosa guerra con l’Iran. Pochi giorni prima, l’ambasciatrice statunitense April Glaspie ha dato al presidente Saddam Hussein una sorta di (ingannevole) via libera all’azione militare.
Nei mesi che seguono, gli Stati uniti mettono i bastoni fra le ruote a qualunque soluzione possibile diplomatica e preparano la legittimazione dell’Onu alla loro guerra aerea, la «Tempesta nel deserto» che distruggerà l’Iraq, a partire dalla notte del 16 gennaio 1991, con la partecipazione di diversi paesi arabi e occidentali fra i quali l’Italia. Ma già da agosto Bush manda in Arabia saudita centinaia di migliaia di uomini; è l’operazione «Scudo nel deserto».
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