Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Perdita salariale senza fine

Postato il 21 Gennaio 2016 | in Italia, Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato | da

Senza_denaroDa un recente studio della Cgil funzione pubblica risulta che  la perdita economia del personale negli enti locali in un anno si aggirerebbe attorno a 450 euro rispetto ai circa 120 euro in sanità  e  ai quasi 600 per i ‘ministeriali’.

Questi dati si riferiscono al salario accessorio in base alla analisi del Conto annuale di fine 2015

Se guardiamo alla perdita complessiva i numeri sono assai peggiori infatti bisogna considerare

  • il blocco dei contratti nazionali per sei anni
  • il mancato incremento del fondo della produttività
  • la sospensione della indennità di vacanza contrattuale
  • la non cumulabilità di alcune voci\indennità
  • il blocco delle progressioni economiche
  • il rivalersi di questi tagli sulle future pensioni, soprattutto di chi ancora per poco avrà un calcolo interamente retributivo

Ad essere colpiti sono soprattutto quei lavoratori pubblici che avevano una contrattazione decentrata incrementata nel corso degli anni anche nella parte variabile. Il calcolo della cgil prende in considerazione la riduzione del salario medio nell’ultimo anno, se invece guardiamo al lungo periodo di mancato rinnovo contrattuale si capisce che ad essere entrato in crisi è proprio il sistema della concertazione, quello che firmava contratti nazionali con aumenti di base contenuti rinviando poi al secondo livello per guadagnare ulteriore potere di acquisto. Quel patto scellerato di accettazione della fine di ogni meccanismo automatico di adeguamento dei salari al costo della vita, in cambio di un parziale recupero (clientelare) nella fase decentrata , ha parzialmente tenuto nel pubblico impiego fino all’avvento dell’era brunetta e ai tagli imposti dalla troika al pubblico impiego. Da sei anni ad oggi la perdita dei salari pubblici è in continua crescita, accentuato anche dai decreti legge come quello Tremonti del 2010 che hanno ridotto i fondi della produttività in proporzione al numero del personale andato in pensione (per questo gli enti locali sono particolarmente colpiti, per la perdita sostenuta di personale e di conseguenza del fondo della produttività).

Pensare allora ad un modello contrattuale sempre piu’ imperniato sul secondo livello diventa particolarmente rischioso per alcuni motivi:

  1.  gli aumenti saranno diseguali e vincolati alla applicazione della Brunetta
  2.  con il meccanismo della contrattazione di secondo livello e l’invadenza della Magistratura contabile non sarà possibile incrementare i fondi nei termini necessari a recuperi salariali
  3.  il potere di contrattazione è ridotto solo al fondo con le amministrazioni che ormai decidono la ripartizione del fondo impegnandone una parte significativa a favore delle posizioni organizzative e delle responsabilità che poi vengono distribuite in termini “clientelari”

Per il pubblico impiego la contrattazione di secondo livello è stata una iattura, perseverare nell’errore sarebbe diabolico

Cobas Pubblico Impiego

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