November 23, 2024
Da questa mattina un nutrito gruppo di operai della Ceva, della Piaggio e della DNA, insieme a militanti politici e sindacali, tra cui i compagni del PCL, hanno iniziato il picchettaggio del cancello del Polo Tecnologico per chiedere il ritiro delle lettere di licenziamento del delegato Cobas Sandro Giacomelli e di altri 4 operai.
La DNA, in appalto alla CEVA (di fatto magazzino Piaggio esternalizzato negli anni ’90), ha annunciato un totale di 16 licenziamenti, a cui cercherà di arrivare attraverso lo strumento del licenziamento individuale. Il licenziamento del compagno Sandro Giacomelli, colpito da una sequela di pretestuosi provvedimenti disciplinari, va inquadrato nell’ambito della sua attività sindacale e di lotta per il salario e i diritti, culminata con gli scioperi che negli ultimi anni avevano permesso di difendere i contratti full-time e di ottenere aumenti salariali.
I padroni dicono che non c’è lavoro e per questo devono licenziare e per meglio far sentire la loro voce licenziano e colpiscono con provvedimenti disciplinari i lavoratori che svolgono attività sindacale e che si battono contro le politiche anti-operaie del padronato e dei suoi governi. Così è per il compagno Sandro Giacomelli della DNA, come per il compagno Doro, membro del CC della Fiom e animatore dell’area classista “Il sindacato è un’altra cosa – opposizione CGIL”, licenziato dalle Officine Meccaniche Carraro col pretesto della crisi economica ma in realtà esclusivamente per la sua attività politica e sindacale dentro e fuori la fabbrica.
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La marcia indietro di DNA sui 4 licenziamenti esecutivi e sugli altri annunciati è sicuramente il frutto migliore della straordinaria mobilitazione che i lavoratori della DNA, insieme a quelli della Ceva e della Piaggio hanno messo in campo nei giorni scorsi, con scioperi e blocco dello stabilimento.
Ma il licenziamento del compagno Sandro Giacomelli rimane in piedi. Il ritiro dei 16 licenziamenti complessivi è un importante successo ma alla parola d’ordine “se toccano uno toccano tutti” si deve dare continuità con la lotta e non solo con la solidarietà.
Il fronte unico di lavoratori che si è mosso nei giorni scorsi è un valore da non disperdere ma anzi da rilanciare contro l’aggressione generalizzata del padrone.
I licenziamenti politici delle avanguardie nei luoghi di lavoro sono un obbiettivo strategico del padronato e della confindustria, ed è fondamentale che chi lotta per i lavoratori e le lavoratrici non ceda alla provocazione che vuole dividere i licenziamenti economici da quelli politici.
Il licenziamento del compagno Sandro è la conseguenza della sua attività sindacale e delle vertenze di cui è stato protagonista negli anni precedenti per la difesa dei contratti Full-Time e gli aumenti salariali. E’ un caso analogo a quello del compagno Francesco Doro, membro del CC della Fiom e militante dell’area classista “Il sindacato è un’altra cosa – opposizione CGIL”, licenziato dalle Officine Meccaniche Carraro col pretesto della crisi economica ma in realtà esclusivamente per la sua attività politica e sindacale dentro e fuori la fabbrica.
In questa fase di feroce aggressione ai diritti e ai salari portata avanti dalla premiata ditta Governo Renzi e Confindustria segnata dal Jobs Act, dal testo unico sulla rappresentanza sindacale, dallo sfondamento del modello Marchionne nel pubblico impiego, la difesa delle avanguardie operaie e sindacali colpite è una parte cruciale della nostra battaglia.
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