November 25, 2024
Al Prefetto
Dott. Attilio Visconti
Oggetto: riforma delle Camere di Commercio.
La presente per esplicitare le perplessità e le preoccupazioni dei lavoratori della Camera di Commercio di Pisa e dell’intero sistema camerale.
Il D.L. 90/2014 convertito con la L. 114/2014 ha tagliato del 50% (a regime dal 2017) l’importo del Diritto Annuale versato dalle imprese iscritte. Il Diritto Annuale rappresenta per il sistema camerale oltre il 75% delle entrate di bilancio. Tale taglio rappresenta un risparmio medio annuo ad impresa di circa 55,00 euro. Al netto dei costi di gestione (per la Camera di Pisa dimezzati dal 2009 al 2014) le Camere reinvestono nel territorio il diritto annuale in servizi gratuiti per le piccole e medie imprese (che rappresentano il 99% del tessuto economico nazionale). La Camera di Commercio di Pisa riversa nel territorio il 70% del diritto annuale incassato, nel 2014 tale importo ammonta a circa 5milioni di euro. L’impatto di un tale taglio si traduce sull’economia italiana in 0.4miliardi di mancati interventi promozionali a favore delle imprese italiane, in 2.1milardi di mancato effetto moltiplicativo per il sistema economico nazionale; in totale una perdita di 2.5miliardi pari allo 0.2% di valore aggiunto prodotto in Italia (fonte CGIA Mestre)
Le Camere di Commercio non usufruiscono di alcun contributo statale ma, come tutte le amministrazioni statali sottostanno alla spending review versando nelle casse dello Stato i risparmi conseguiti. Il Taglio dei fondi previsto dalla riforma si concretizza con minori entrate per l’Erario calcolate in circa 160milioni di euro.
La bozza di Decreto svuota il sistema delle seguenti funzioni:
– Supporto all’internazionalizzazione
– Contributi e finanziamenti alle imprese
– Sostegno alla creazione di impresa
– Sostegni ai Confidi
– Servizi di Conciliazione e Mediazione
– Camere Arbitrali
– Servizio Marchi e Brevetti
– Corsi di formazione all’impresa
– Studi sull’economia del territorio
– Servizi di Tutela del consumatore
In pratica vengono a mancare più dell’80% delle funzioni oggi svolte dal sistema camerale, il decreto non parla di attribuzione degli stessi ad altri soggetti pubblici. Gli stessi servizi verranno erogati (presumibilmente da soggetti privati) a pagamento, il tutto a svantaggio delle PMI. Sempre la stessa bozza, non garantisce i livelli occupazionali previsti dalla Delega (eccesso di delega?), ma impone un taglio del personale nella misura del 15% su base nazionale per arrivare al 25% del personale addetto alle funzioni di supporto nelle camere accorpate. Considerato che il sistema camerale impiega circa 12.000 dipendenti – tra camere di commercio, aziende speciali e agenzie del sistema – quasi 4.000 di questi lavoratori sono a rischio occupazionale.
Tutto ciò appare particolarmente grave per due motivi:
– I dipendenti camerali non sono a carico dello Stato, mentre con un simile provvedimento andrebbero ad aumentare la spesa pubblica;
– Mancherebbe nel provvedimento una clausola di salvaguardia, sul modello di quella prevista per le Province, che accompagni l’eventuale personale collocato in esubero verso il ricollocamento.
Ci pare utile ricordare che l’istituto delle Camere di Commercio è una realtà presente nella totalità dei Paesi Europei. In quasi tutti i Paesi dell’Europa meridionale, l’organizzazione nazionale e le singole Camere di Commercio territoriali sono enti pubblici dove l’affiliazione è obbligatoria così come il pagamento della quota associativa annuale. Ciò vale anche per la Germania e l’Austria, Paesi che spesso vengono citati come esempio di resistenza alla crisi, di risparmio di spesa pubblica e di efficienza.
Le Camere di Commercio, secondo il giudizio delle imprese (indagine realizzata da Promo P.A.), sono risultate il terzo ente più frequentato dalle imprese (71.2%) ed il primo per quanto concerne il livello di soddisfazione, qualificandosi come l’interlocutore istituzionale privilegiato del sistema imprenditoriale e il più apprezzato dalle imprese. Il Consiglio Europeo dell’UE nel marzo 2005 ha riconosciuto l’importanza dei Sistemi Camerali nell’ambito di tutte le politiche a favore delle PMI.
Alla luce di quanto sopra, La preghiamo di convocarci quanto prima, e di farsi portavoce dello stato di preoccupazione che coinvolge il personale del sistema camerale.
La RSU della CCIAA di Pisa
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