November 24, 2024
Riceviamo e pubblichiamo
Era il 30 maggio del 2003 quando il Progetto Rebeldia liberava e restituiva alla città un edificio di proprietà dell’Università di Pisa situato in via Emanuele Filiberto: l’ex-Asnu. Occorre ripartire da quella data per ricostruire le politiche immobiliari dell’ateneo pisano su questo immobile, alla luce della recente pubblicazione della messa in vendita dello stesso. L’università reagì a quell’occupazione procedendo con lo sgombero di quello spazio, rifiutando qualsiasi confronto per il riutilizzo sociale dell’area richiesto da Rebeldìa in tutti questi anni, con la motivazione che quelle aree erano indispensabili per la didattica e la ricerca. Niente di più falso! In questi 13 anni quello spazio è stato lasciato vuoto e abbandonato e questo bando di gara è l’esito finale delle bugie e falsità ripetute in questo decennio prima dal ex-rettore Pasquali e poi da Augello.
Oggi infatti sul sito dell’Università di Pisa si legge: Vendita per asta pubblica, in un unico lotto, del complesso universitario “Ex-G.E.A.”, ubicato nel quartiere di S.Francesco nel centro storico di Pisa, prezzo a base d’asta: € 2.065.000,00, scadenza per la presentazione delle offerte: ore 12.00 del 30 marzo 2016.
Da tempo monitoriamo la situazione sul futuro dell’area, alla fine mutato ad hoc dalla variante che il Comune ha approvato nel Dicembre 2015, che permetterà una destinazione ad uso residenziale di una parte dell’area, facendo salire il valore dell’immobile da 1.7 milioni di euro al prezzo indicato nella base d’asta.
Segnaliamo inoltre che, qualora la vendita non si verifichi, questo immobile verrà permutato alla Cemes s.p.a. in cambio della restante parte dell’ex convento benedettine, non ancora di proprietà dell’Università, come previsto dalla delibera dello scorso Luglio votata dal Consiglio di Amministrazione dell’Università. Già a settembre dello scorso anno avevamo denunciato questa operazione che oggi si concretizza in azioni molto discutibili di questo Ateneo, che alla fine si è fatto portavoce presso la pubblica amministrazione, nei messi di monitoraggio sulla variante, degli interessi privati della Cemes. Si tratta dunque della solita asta farlocca che servirà magari a giustificare, poi, i “prezzi” convenuti con Madonna.
Ancora una volta si pensa di “svendere” il patrimonio pubblico, lasciato colpevolmente per anni in abbandono, pensando di farne casse e non si risponde a quella funzione pubblica e ai bisogni sociali e culturali che la comunità cittadina oltre che studentesca da anni chiede con forza. Oggi denunciamo questa ennesima operazione di speculazione immobiliare e ribadiamo la richiesta di un uso invece pubblico di quella area.
Pisa, 24 Febbraio 2016
Progetto Rebeldìa
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