November 24, 2024
Anche per il prossimo mercoledì i sindacati di base del comune di Bologna, compresi i Cobas, organizzeranno l’ennesimo flash mob contro il divieto di usufruire delle assemblee. La storia si trascina da qualche settimana. Ed ha già visto due lettere da parte di Palazzo d’Accursio, sede dell’amminsitreazione comunale, niente di meno che indirizzate alla Commissione nazionale di garazia sugli scioperi. Nella querelle c’è finita anche una vicenda legata a un’assemblea che da un luogo autorizzato si è spostata ad un altro, e quindi da considerare, secondo la banale interpretazione della burocrazia uno “sciopero non dichiarato”.
Per farla breve, al sindaco Merola non va giù che ci siano troppe assemblee sindacali. E quindi ha pensato bene di mettere in campo una drastica opera di ridimensionamento, cominciando dalle sigle che lui ritiene minoritarie, ovvero quelle della galassia del sindacalismo di base. Vuole legare l’indizione di sciopero al voto della maggioranza delle Rsu o delle sigle rappresentative. In quest’ultimo caso andando contro una prassi che ormai dura da diciotto anni e anche contro i numeri stessi. Numeri che attribuiscono a tutte le sigle non-Cgil, Cisl, Uil comunque una quota del 40% delle preferenze dei lavoratori. Il Comune di Bologna ha scelto la via della prova di forza, chiudendo gli occhi anche di fronte al fatto che nella classifica delle indizioni incriminate la leadership va a Cgil, Cisl e Uil.
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