November 24, 2024
Il nostro paese è in guerra. Questo è il primo fatto chiaro che va denunciato e su cui vogliamo chiamare alla mobilitazione per rompere il muro di bugie della propaganda del circo mediatico di regime.
Siamo in guerra, assieme alla NATO e a tutto il cosiddetto Occidente, da 25 anni. Nonostante i milioni di morti, le devastazioni e le migrazioni bibliche provocate da questi interventi, il nostro come gli altri governi progettano e organizzano nuove imprese militari. Queste nuove imprese sono però inserite in un quadro diverso, nella Grande Crisi che attraversa il mondo da quasi dieci anni, nelle crescenti frizioni che questa crisi sta determinando tra poli e blocchi mondiali. Non sono più semplicemente guerre neocoloniali di espansione e stabilizzazione, ma si stanno trasformando in guerre di egemonia e sopravvivenza. In questo contesto, in questa competizione tra potenze, si determinano le guerre per procura successive alle primavere arabe: il massacro siriano, l’espansione dell’IS, la frammentazione della Libia, con i suoi fronti confusi e sempre in cambiamento.
La loro guerra, come dimostrano i fatti di Parigi, torna anche nelle nostre città, nella nostre strade, nei nostri luoghi di ritrovo. Le loro guerre non solo producono miseria, morte e sconvolgimenti sociali che sono la causa dell’esodo migratorio, ma stanno rendendo l’Europa e il nostro paese una caserma autoritaria, dove gli spazi di libertà e di agibilità democratica vengono drasticamente ridotti. La Francia ha costituzionalizzato uno stato d’emergenza che colpisce libertà fondamentali, nate in quel paese. Paese ove ora per legge si toglie la cittadinanza a chi è accusato di terrorismo e ha origini etniche e religione diverse da quelle dei cittadini “puri”. Torna in Europa così il razzismo di stato, mentre in Danimarca per legge si rapinano i profughi scesi dai barconi e la Svezia si prepara ad espellere, cioè a deportare verso fame e morte, 80000 Migranti.
L’Unione Europea in guerra produce orrore e lo usa per giustificare sia la distruzione della democrazia sia le politiche di austerità. Si possono sforare i criminali vincoli del fiscal compact per comprare armi, ma non per costruire ospedali o scuole. UE e Nato, austerità e guerra sono oramai la stessa cosa.
Noi esprimiamo solidarietà e sostegno a tutti i popoli oppressi in lotta, a partire da quello curdo e palestinese, ma rifiutiamo la guerra e il coinvolgimento del nostro paese in essa.
Invece la decisione del governo Renzi di preparare e prima o poi fare la guerra in Libia ci espone a tutti i rischi terribili che abbiamo visto realizzarsi in altri paesi.
Sempre più pesanti e costose sono le nostre missioni militari all’estero, da ultima quella di 1000 militari in Iraq, anche a protezione di affari privati. Intanto il nostro territorio viene militarizzato e avvelenato dagli strumenti di guerra. Si installano nuove terribili bombe termonucleari, si installano radar nocivi, si inquinano intere aree, si organizzano esercitazioni che mettono in prima linea intere città. Si comprano bombardieri e altre armi di distruzioni di massa mentre le si commercia in tutto il mondo.
Tutto il nostro paese è sempre più coinvolto nei danni, nei costi e nei nuovi crescenti rischi della guerra. Per questo bisogna mobilitarsi prima che sia troppo tardi, per fermare la guerra e le politiche di distruzione della democrazia e dei diritti sociali che l’accompagnano. Bisogna farlo con tutta la forza e la determinazione possibili nel caso in cui l’Italia fosse per la quinta volta nella sua storia trascinata in una sciagurata guerra in Libia. Ma in ogni caso bisogna costruire una resistenza che risponda all’assuefazione alla guerra che ci stanno somministrando.
È necessaria una mobilitazione diffusa e permanente contro la guerra esterna e contro la guerra sociale interna che banche, multinazionali, interessi industrial militari vogliono imporci. Bisogna che l’Italia esca dalla NATO, alleanza che oggi non ha più alcuna giustificazione politica e morale.
Manifestiamo per:
IL 12 MARZO IN TUTTA ITALIA MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA DI FRONTE ALLE BASI E ALLE SEDI DELLA GUERRA
Rete dei Comunisti – Partito Comunista dei Lavoratori – Ross@ Pisa – Associazione La Rossa Lari – USB federazione di Pisa – Comitato livornese No guerra No Nato – Circolo agorà Pisa – Laboratorio per un futuro senza guerre Viareggio – Unione Inquilini Pisa – Partito della Rifondazione Comunista Pisa/Siena – Movimento Liberazione Popolare programma 101 – Giovani Comunisti PRC Pisa/Siena – Sindacato Un Altra Cosa / Opposizione CGIL Toscana – CSOA Casa Rossa di Massa – Progetto Rebeldia – Comitato “Fermiamo la guerra” di Firenze – Assemblea fiorentina contro la guerra e la NATO – Statunitensi contro la Guerra (Firenze) – RSU Ateneo fiorentino FLC-CGIL Università di Firenze – Una Città in Comune Pisa – COBAS Pisa – Coordinamento Basta morti nel Mediterraneo Firenze – Archivi della Resistenza Circolo Edoardo Bassignani – Coordinamento antifascista antirazzista aretino – Collettivo Licio Nencetti Arezzo – Comunità curda Toscana – Link Siena – Ass. Restiamo umani Piombino – Associazione per la Ricostruzione del Partito Comunista di Livorno – WILPF (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà) – P. CARC federazione Toscana – Associazione La Comune di Bagnaia – Eurostop Toscana
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