November 24, 2024
Il 18 marzo è stato indetto uno sciopero generale da alcune sigle del sindacalismo di base contro la guerra e il testo unico sulla rappresentanza.
E’ cosa risaputa che gli ultimi scioperi del sindacalismo di base siano stati tutti un insuccesso con adesioni scarse e manifestazioni di poche migliaia di lavoratori\trici
Esempio eloquente sono gli scioperi di Usb e dei Cobas scuola nell’Ottobre scorso con adesioni irrisorie e manifestazioni di poche migliaia di lavoratori\trici.
Quanti hanno teorizzato il superamento della forma di sciopero non hanno ad oggi prodotto iniziative e mobilitazioni, forme di lotta incisive e alternative, tra la enunciazione della critica e la realizzazione di nuovi percorsi c’è una distanza abissale.
In questi mesi intanto, Cgil Cisl Uil non hanno mai fatto uno sciopero o una mobilitazione nonostante gli attacchi ai salari, al potere di acquisto e di contrattazione. Capita invece che i vertici della Cgil intervengano per scomunicare i lavoratori che decidono di dare vita a coordinamenti tra delegati, a scioperi e lotte spontanee come dimostra il caso di Termoli.
Non un ora di sciopero, non un corteo, la Cgil di Landini e Camusso hanno ormai scelto di stare dalla parte dei padroni e del Governo deferendo alle commissioni di garanzia quei delegati di fabbrica che scelgono invece la lotta e il confltto.
Eppure i motivi per i quali mobilitarsi non mancherebbero: dal blocco dei contratti nel pubblico impiego alla Riforma Madia, dai tagli dei servizi sociali e del welfare alla sostanziale detassazione delle rendite.
Dalla riforma Madia alla buona scuola senza dimenticare l’assalto alla sanità pubblica , sono tutti elementi sui quali sarebbe necessario mobilitare lavoratori e lavoratrici senza dimenticare il jobs act, le tutele crescenti e i cambi di appalto fino al complessivo attacco alle tutele e libertà sindacali
La scelta della cgil è quella di barattare lo smantellamento dei diritti universali e delle tutele con una nuova carta costruita su principi astratti e in questa ottica vanno lette le deroghe ai contratti e il progressivo svuotamento dei contratti nazionali
Lo sciopero del 18 marzo, a cui i Cobas non hanno aderito, è forse una occasione perduta per costruire uno sciopero diffuso e partecipato, gestito con vecchie e perdenti logiche
Allo stesso tempo tutto cio’ non puo’ essere alibi per rinunciare a costruire vertenze e percorsi conflittuali dentro cui sta anche lo sciopero che parte del sindacato di base e la stessa sinistra sindacale della cgil rinviano da troppo tempo. Pensare che i referendum sociali siano la sola risposta praticabile è non solo un errore ma una logica perdente che smantella ogni forma di resistenza dei lavoratori e delle lavoratrici.
Si continua ad ignorare le condizioni reali in cui si vive sotto padrone, una situazione di moderna schiavitù.
Dalla resistenza dei lavoratori al jobs act, alla Legge Madia, allo smantellamento del welfare, alle politiche di guerra che favoriscono le spese militari a discapito di quelle sociali che bisogna ripartire senza nascondere la testa sotto la sabbia
Cobas Pisa
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