November 24, 2024
Landini non ha ancora risposto. Sto cercando da alcune settimane di capire perché. Ha ridacchiato un po’ durante l’intervento che gli poneva domande precise. Ma poi non ha risposto. Quando Eliana Como, del comitato centrale Fiom per conto dell’area di minoranza, ha terminato il suo intervento è stata salutata dagli applausi dei suoi compagni – una quindicina di lavoratori riconoscibili dal foglio scritto a pennarello “Siamo tutti incompatibili” – e avvolta dal silenzio sprezzante degli astanti: una dozzina di persone, piuttosto nerborute e nervose, dell’ ”apparato tecnico” della Fiom e una trentina di intervenuti al convegno della Coalizione sociale compresi i sei relatori. Tutti zitti.
Beh, in effetti, non c’era molta gente nell’aula di Lettere della Sapienza per sentire Landini e Mimmo Pantaleo, leader della Flc Cgil. La Coalizione sociale non sembra essere all’altezza delle speranze suscitate dall’annuncio della sua nascita. E anche la Fiom sembra l’ombra del sindacato combattivo che s’era battuto contro il modello Marchionne. Fuori dalla facoltà spicca uno striscione accanto alle lapidi per Pinelli e Paolo Rossi. “Landini fermati”. E’ una storia difficile da raccontare. «Landini sembra un mito impossibile da demolire, tutti hanno paura di parlare male della statua che portano in processione», dice Stefania Fantauzzi, metà dei suoi 43 anni passati in Fiat a Termoli, esclusa dall’assemblea nazionale Fiom perché «incompatibile».
Leggi tutto l’articolo di Checchino Antonini al seguente indirizzo:
Lascia un commento