November 24, 2024
Ogni anno nel mondo si contano 2,3 milioni di vittime sul lavoro: 350 mila gli infortuni mortali e 2 milioni sono coloro che muoiono per una malattia connessa al lavoro. A questo, poi, si aggiungono oltre 313 milioni di infortuni sul lavoro non mortali e si stimano in 160 milioni le persone che vivono una condizione di malattia – anche se non mortale – dovuta al lavoro.
Queste le più recenti stime dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) – pubblicate nel 2013 – che disegnano la mappatura mondiale delle condizioni di “insicurezza nei luoghi di lavoro”.
Uno scenario a dir poco drammatico per l’inestimabile perdita di vite umane e per l’indicibile sofferenza delle famiglie delle vittime, a cui si accompagna anche un altro sconcertante bilancio: quello dell’impatto economico provocato da infortuni e malattie sul lavoro.
Sempre secondo i dati ILO, infatti, le ore di lavoro perse insieme al risarcimento dei lavoratori, all’interruzione della produzione e alle spese mediche, ammontano al 4 per cento del PIL globale (circa 2.800 miliardi di dollari). E in Italia si arriva ad un impatto pari al 3 per cento del PIL nazionale per infortuni e malattie professionali.
Leggi tutto il comunicato nel documento in allegato:
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