November 24, 2024
La Colombia ripiomba nell’incertezza dopo la vittoria di strettissima misura (50,2 a 49,8) del NO al referendum per la ratifica degli accordi di pace tra il governo colombiano e la guerriglia delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC-EP), firmati lo scorso 26 Settembre. Sono passati 52 anni da quando un manipolo di contadini prese le armi per difendersi dalla violenza dei latifondisti e dalla repressione sanguinaria dello Stato al loro servizio e molti di più dall’inizio dell’ accumulazione originaria attraverso la violenza.
Per chi non conosce il Paese, la vera sorpresa di questo voto è stata l’altissima astensione (63%), con un risicato 37% dei colombiani che si è recato alle urne, complice l’uragano Matthew che ha colpito vaste zone del Paese. Ma la maggioranza scettica ha condiviso i dubbi e le incertezze dell’accordo di pace, su cui ha giocato l’estrema destra dell’ ex Presidente Alvaro Uribe.
C’era da aspettarselo, in un Paese altamente polarizzato, profondamente ingiusto, in cui le istituzioni sono a dir poco screditate, dove le elezioni sono truccate ed il voto è storicamente comprato o imposto dai narco-trafficanti, dai latifondisti e dal loro braccio armato paramilitare.
Come è stato possibile che un Paese colpito da più di mezzo secolo di conflitto armato non abbia appoggiato un difficile accordo raggiunto con una delle forze guerrigliere più forti della storia ? Un conflitto armato che, secondo stime ufficiali, negli ultimi 50 anni ha provocato 220.0000 morti, almeno 45.000 scomparsi, oltre 6 milioni di rifugiati interni ed oltre 400.000 esuli.
Difficile fare una analisi approfondita a poche ore dal risultato. Cerchiamo di mettere a fuoco alcuni elementi di riflessione.
Leggi tutto l’articolo di Marco Consolo al seguente indirizzo:
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