Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicato Cobas Pubblico Impiego sul Governo Meloni e il diritto di dissentire

Postato il 17 Luglio 2023 | in Italia, Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato | da

Il governo Meloni dal suo insediamento si è distinto per le sue politiche di destra guerrafondaie e antipopolari – sostegno economico e con le armi alla guerra in Ucraina, cancellazione del reddito di cittadinanza, reintroduzione dei vitalizi, proposte di controriforma sulla giustizia e presidenzialiste, impoverimento dei salari, aumento del costo della vita, peggioramento della sanità pubblica ecc. – mette definitivamente il bavaglio ai dipendenti pubblici. Dal 14 luglio i lavoratori dei comparti della pubblica amministrazione non potranno più fare un commento, esprimere una critica sulla posta elettronica aziendale ne’ su Facebook o su qualunque altro social media. Insomma non potranno essere diffusi ed esternati pareri e considerazioni “che possano nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”. La nuova norma è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale nei giorni scorsi e va a modificare ed integrare il Dpr 62/2013 noto come codice di condotta o comportamento dei dipendenti pubblici, emanato ai tempi del Governo Monti.

Già il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, nel 2009 aveva introdotto nel Decreto legislativo 150 una restrizione sui social, al fine di tutelare “l’immagine” della pubblica amministrazione. Il nuovo decreto, firmato dal capo dello Stato Sergio Mattarella, dalla premier Meloni e dal ministro della Pa, Paolo Zangrillo introduce l’articolo 11 ter ove cita espressamente: “Nell’utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza. In ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.

Inutile sottolineare che questo decreto.oltre a tentare di zittire i lavoratori pubblici tende a mettere con le spalle al muro le organizzazioni sindacali conflittuali a partire dai Cobas che si oppongono a derive autoritarie e contro i lavoratori. Già in qualche amministrazione/ente la limitazione della posta elettronica era apparsa con regolamenti interni, ora viene codificato con un decreto legislativo a livello nazionale, e la cosa è gravissima.

Come Cobas, nel solco del nostro totale dissenso e antagonismo alle politiche governative ci opporremo anche a quest’ennesimo scempio che calpesta la libertà di parola e il diritto di opinione prevista dall’articolo 21 della Costituzione.

Cobas Pubblico Impiego

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