Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

L’isola che non c’è

Postato il 13 Marzo 2024 | in Lavoro Pubblico, Sanità, Sindacato | da

Non si capisce come mai, un po’ da sempre, ma negli ultimi tempi molto più spesso, nel comparto sanitario Italiano, quando una cosa funziona in maniera eccellente, prima o poi, viene eliminata.
E’il caso della casa alloggio “L’isola che non c’è”, da molti anni in funzione all’interno dell’Ospedale Santa chiara di Pisa, presso una struttura nella Corte degli Spedalinghi, gestita dall’Associazione Pisana Amici del Neonato. La struttura era dedicata e organizzata per dare accoglienza anche a interi nuclei familiari con neonati prematuri o con gravi patologie, sino dal suo avvio, circa dieci anni fa, la struttura aveva dato accoglienza a 2512 mamme con permanenze che potevano variare da pochi giorni, a diversi mesi, a secondo dello stato di salute dei piccoli pazienti ricoverati nella terapia intensiva neonatale.

In un reparto di neonatologia ospedaliero, le mamme con figli affetti da gravi patologie, o nati prematuramente, sono costrette a vedere i loro figli attraverso il vetro della sala di ricovero solo per mezz’ora al giorno, o a trascorrere con apprensione le giornate nel cortile dell’ospedale. La struttura poteva accogliere anche mamme con provenienza diversa, con fragilità sociali e personali, che grazie a questo progetto e all’equipe dell’associazione, potevano avere un approccio diretto con il reparto seguendo continuamente il proseguire delle cure del proprio figlio, diventando esse stesse parte del processo terapeutico.

I finanziamenti, stanziati dalla Regione Toscana e assegnati dalla Società della Salute, sono sempre pervenuti all’Associazione Pisana Amici del Neonato con cadenza annuale senza un preciso programma di assegnazione definitivo, e attualmente l’Associazione non ha ancora ricevuto il finanziamento del 2023, e vi è molta incertezza per il 2024, attualmente le cure continuano a spese dell’Associazione, per di più, per ragioni non meglio definite, l’AOUP ha chiuso il reparto ed i piccoli pazienti spostati in un ex reparto Covid in attesa di migliore collocazione…una frase che ci sembra di aver sentito purtroppo altre volte.

“Una citta in Comune” con il capogruppo Ciccio Auletta ha proposto la questione in consiglio comunale e il caso verrà analizzato il 22 marzo dalla Seconda Commissione Consiliare Permanente, a cui speriamo partecipino tutte le istituzioni coinvolte.

Come Cobas Sanità P.I. condanniamo fermamente questi tentativi di semplificazione dettati dal sempre più acuirsi dei tagli alla spesa che rendono la Sanità Italiana ancor più povera privando i cittadini del diritto alla salute, inoltre, chiediamo risposte concrete e positive alla Società della Salute, all’Azienda Ospedaliera ed alla ASL.

Cobas Sanità P.I.

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