November 30, 2024
“Un accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni”:, questo il commento della segretaria Cgil , Susanna Camusso, alla intesa siglata da Cgil Cisl Uil e Confindustria, benedetta dalla Fiom e da quel Landini che il conflitto lo fa solo a parole e in televisione.
Intanto è bene smentire un luogo comune, quello secondo il quale la intesa sarebbe fotocopia di un accordo già in vigore nel Pubblico Impiego. In realtà c’è solo un aspetto in comune, ossia l’identico peso dei voti in Rsu e il dato degli iscritti ai fini del calcolo della rappresentanza (lo prevede il decreto legge 165\01 visto che la contrattazione sindacale nel pubblico impiego è stata praticamente annullata a colpi di decreti legge con 5 anni di blocco contrattuale. A ciò si aggiunga la impossibilità di concludere intese decentrate favorevoli dovendo , le Rsu, rispettare i patti di stabilità e le regole – occulte – imposte dalla Corte dei Conti).
L’accordo è il risultato di altre intese siglate negli ultimi due anni , non ultima l’applicazione delle deroghe ai contratti nazionali che permetteranno ai padroni (chiamiamoli con il loro nome senza ipocrisia) ampia libertà di decisione in materia di orari, ferie, tempi e organizzazione del lavoro, flessibilità.
Per essere ammessi alle trattative nazionali non basterà avere il 5% (tra voti nelle rsu e iscritti) ma dovrà essere sottoscritto questo accordo.
Se un accordo viene sottoscritto dalle organizzazioni sindacali che rappresentano il 50% più uno dei lavoratori, non sarà possibile, per una minoranza pur consistente, organizzare scioperi e mobilitazioni, Infatti l’accordo recita testualmente le Parti firmatarie ele rispettive Federazioni si impegnano a dare piena applicazione e a non promuovere iniziative di contrasto agli accordi così definiti.
Le prime ripercussioni negative le avremo nel settore dell’industria con una pace sociale imposta che renderà più forti i padroni e più deboli i lavoratori rafforzando il ruolo di falsa negoziazione dei sindacati Cgil Cisl Uil e delle loro strutture di categoria. La Fiom di Landini che ha sostenuto questo accordo con la sola eccezione della rete 28 aprile, pensa di potere tornare ai tavoli negoziale in Fiat ma questo accordo si applica solo alle imprese aderenti a Confindustria da cui, guarda caso, Fiat è uscita.
Ma questo accordo segna anche un ulteriore voltafaccia della Fiom perchè passa il principio che solo sottoscrivendo le intese si guadagna la rappresentatività sindacale.
L’intesa sulla rappresentanza sindacale nega il diritto di sciopero contro accordi sottoscritti dal 50% più uno delle organizzazioni sindacali come se una firma dovesse essere automaticamente condivisa dalla maggioranza dei lavoratori.
Peggio ancora i contratti nazionali, invece di occuparsi dei diritti dei lavoratori, inseriranno tutta una serie di clasuole e procedure per le cosiddette inadempienze (chi sciopera contro un accordo siglato da sindacati che rappresentano il 50% più uno dei lavoratori).
Ma attenzione: fruiscono del diritto alla rappresentanza solo le organizzazioni sindacali che sottoscrivono l’accordo e si impegnano al rispetto di tutte le sue parti e ciò esclude tutto il sindacato di base che su alcuni punti dell’accordo non potrà che dissentire.
Ma questo accordo delegittima anche le lotte alla fiat degli ultimi anni, un autentico voltafaccia che non sarà cancellato dalle tante comparse televisive a cui il parolaio Landini ci ha abituato.
C’è da aspettarsi, ora , una intesa anche nel Pubblico Impiego , magari per impedire la presentazione di liste dei sindacati di base alle elezioni rsu, per rafforzare quel diritto di veto della Corte dei Conti che già tanto pesa sui residui spazi di contrattazione (dopo Firenze sono decine i comuni sotto indagine con delegati\e Rsu chiamati a risponderne personalmente e il salario accessorio(la cosiddetta produttività) non erogata , per non parlare poi dei soldi già percepiti neglia nni scorsi che vengono richiesti ai singoli lavoratori giudicando illegittimo l’accordo decentrato siglato nel passato.
In questa situazione, pensiamo che Cgil Cisl Uil dovrebbero mobilitarsi e mobilitare i lavoratori pubblici, cosa che si guardano bene dal fare rendendoci tutti\e più deboli, anzi osteggiando chi , come i sindacati di base, porta avanti iniziative di lotta e di resistenza.
Campane a morto per la libertà e la democrazia, autoritarismo e governo di larghe intese, assenza di conflitto nei luoghi di lavoro, perdita del potere di acquisto e di contrattazione, c’è proprio da ringraziare Cgil Cisl Uil.
Cobas Pubblico Impiego
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