Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Un commento a “Cgil Cisl Uil cancellano la residua democrazia nei luoghi di lavoro e ora passeranno al Pubblico Impiego”

Postato il 4 Giugno 2013 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Riceviamo e pubblichiamo il seguente commento sull’accordo interconfederale con Confindustria.

Credo che alcune cose dette nel comunicato non rispettino quanto stabilito nell’accordo interconfederale del 31 maggio (che disciplina la contrattrazione nazionale di categoria, mentre quella aziendale è disciplinata dall’accordo interconfederale del 28 giugno 2011, a cui quello attuale si richiama soprattutto per la questione della misurazione della rappresentatività), di cui ho appena preso visione, senza però avere ancora deciso come affrontare l’argomento per il lavoro privato.

Vado per punti:

  1. Non mi pare che nell’accordo si dica che è aperta una fase di firma dello stesso da parte di sindacati altri che Cgil, Cisl e Uil (è chiaro, comunque, che Ugl e sindacati autonomi vari si affacceranno a chiederlo e saranno accontentati. Ed è chiaro che nessun sindacato di base -almeno si spera- si presenterà alla firma. Così, il sindacalismo di base è escluso in partenza. Ma prima non era esattamnete così? Siamo nel lavoro privato e non nel pubblico impiego, dove le ex-Rdb, oggi USB, hanno, mi pare, titolarità di agenti negoziali);
  2. Lo sciopero contro gli accordi passati a maggioranza non sarà vietato per nessuno, nemmeno per chi aderisce a confederazione firmataria dell’accordo interconfederale (solo che passerà un brutto quarto d’ora in termini di conservazione dei diritti sindacali! Ma si pensa davvero che esista qualche sindacato di categoria cgillino, cislino o uillino che abbia l’ìntenzione di fare il bastian contrario?); meno che mai, dunque, sarà vietato per sindacati che aderiscono a confederazioni non firmatarie dell’accordo interconferale (ma, oggi, chi vi parteciperà, visto il vento che tira? Ecco, questo è il vero cuore della questione. I firmatari hanno dato vita a quest’intesa concependola come deterrente rispetto all’insorgenza di scioperi extra-confederali e rispetto a certe civetterie eventualmente provenienti da sindacati confederali di categoria);
  3. Negli ultimi anni non ci sono affatto state lotte di sorta alla Fiat: l’accordo interconfederale, dunque, non ha nessun bisogno di delegittimarle.

Un bel troiaio, quest’accordo interconfederale, anche per chi, come noi, in questo momento ha la necessità di fare un comunicato chiaro (cosa tutt’altro che semplice), per denunciarne la natura forcaiola e la piena assunzione di complicità da parte di Cgil, Cisl e Uil nella gestione padronale della crisi in corso da 5 anni e nella cancellazione totalitaria di ogni barlume di diritto sindacale di parte operaia.

Un’altra questione importante è quella dell’elezione delle RSU, o meglio della partecipazione all’iniziativa da parte dei sindacati non firmatari di quest’accordo interconfederale, che pare mantenga in vita (a parte la cancellazione della regalia del terzo ai sindacati confederali di categoria) l’accordo generale interconfederale del 20/12/1993. Ma, magari, saranno le intese di comparto a peggiorarne alcuni punti, specialmente quello relativo alla partecipazione alle elezioni da parte dei sindacati di base.

Alla prossima puntata.

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