December 30, 2024
Riceviamo e pubblichiamo da www.liberazione.it
Tasse locali Insostenibili
E’ il federalismo, bellezza. E’ stato per compiacere la Lega (o meglio i suoi elettori) che, tra le altre cose, nel 2001 l’allora centrosinistra al governo approvò in fretta e furia, sul finire della legislatura, la riforma del titolo V della Costituzione, quella parte cioè che disciplina i rapporti tra Stato e Enti locali, regalando a queste ultime poteri e autonomia che mai avevano avuto. Oggi, quella riforma (allora tanto decantata da personaggi come Rutelli e Veltroni) è sotto accusa per aver spalancato le porte ad una voragine di scandali, corruzione e cattivi comportamenti soprattutto nelle regioni (i casi Fiorito, Lusi, Lombardia, con mezzo consiglio indagato). E il bello, o il brutto, è che quella riforma sarebbe dovuta servire a migliorare i servizi, rendere la pubblica amministrazione più efficiente, ridurre gli sprechi ecc.
Non solo non è avvenuto nulla di tutto ciò, ma la beffa oltre il danno, le tasse “federali”, cioè quelle comunali, provinciali e regionali, hanno in questi anni conosciuto un’impennata mai vista: la Confcommercio parla addirittura del 500 per cento. Negli ultimi dodici anni le addizionali Irpef regionali e comunali sono cresciute del 573%, ed il loro peso sui redditi è triplicato, arrivando in alcuni casi oltre il 17%. In un articolo di oggi, il Corriere della sera cita Luca Antonini, presidente della Commissione sul federalismo fiscale e oggi alla guida del Dipartimento delle Riforme di Palazzo Chigi, con il ministro Gaetano Quagliariello: «Cresce la spesa statale e cresce la spesa locale, crescono le tasse nazionali (+95% in 20 anni secondo Confcommercio, ndr ) e crescono quelle locali (+500%). Così non può funzionare. Non c’è una regia, manca completamente il ruolo di coordinamento dello Stato».
Naturalmente a farne le spese sono i soliti noti, i cittadini. Perché nella incertezza normativa e nel caos e dovendo far quadrare i conti, ai comuni specialmente non resta che spingere al massimo le imposizioni fiscali tutte le volte che gli si dà l’occasione: nel primo anno di vita della nuova Imu, il 25% dei Comuni ha aumentato l’aliquota di base (per un totale di 3,8 miliardi di maggiore incasso) E quest’anno lo ha già fatto un altro 17 per cento, mentre a Roma ancora discutono se levarla tutta, levarne una parte, rimodularla e via cantando. Tra il 2011 ed il 2013, snocciola il Corriere, «l’80% delle Province ha provveduto ad elevare al livello massimo, il 16%, l’imposta sulle assicurazioni. Secondo uno studio della Uil, poi, dopo l’impennata degli anni scorsi è molto probabile per il 2014 un nuovo incremento delle addizionali Irpef regionali: quasi 5 miliardi in più, altri 140 euro l’anno da pagare per ogni contribuente. Tra il 2000 ed il 2012 il gettito delle addizionali regionali è passato da 2,5 a 10,6 miliardi, quello delle sovrattasse comunali da 500 milioni a 4 miliardi, l’Ici/Imu da 8,4 a 22,6 miliardi, l’Irap da 27 a 33 miliardi. Senza contare le tariffe dei servizi pubblici come la raccolta rifiuti, gli asili nido, il trasporto locale».
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