November 29, 2024
Quanto sta accadendo al Comune di Firenze, dove delegati\e Rsu devono far fronte alle richieste di chiarimento della Corte dei Conti per un presunto danno erariale prodotto dalla sottoscrizione di alcuni contratti decentrati, è un altro segno di questi tempi in cui sempre più i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali sono guardati come un fastidioso ostacolo che si frappone al libero esercizio del potere di una dirigenza politica e burocratica, ottusa e narcisista che ha tutto l’interesse a che la Pubblica Amministrazione non migliori, magari per continuare a crearsi le nicchie di potere nelle società partecipate.. A colpi di decreti legislativi hanno ormai distrutto il potere di contrattazione limitando il nostro ruolo a poche materie, a breve poi avremo anche la lista degli esuberi negli Enti locali come annunciato sui giornali economici degli ultimi giorni.
La premessa è d’obbligo ed il quadro è aggravato dal fatto che i sindacati concertativi (Cgil Cisl Uil, Ugl e sigle autonome) non solo hanno sottoscritto\avallato (chi più, chi meno) la Riforma Brunetta ma tacciono di fronte a questo nuovo atteggiamento della Corte dei Conti salvo poi lamentarsi con toni demagogici miranti ad occultare le loro scelte fallimentari degli ultimi 20 anni.
I fatti
Detto questo, e ricordato anche che molte sentenze hanno condannato dirigenti che avevano liquidato dei progetti per non avere rispettato le normative intimando al personale la restituzione di soldi, veniamo al Giugno Pisano e alla richiesta ( condivisibile e condivisa, tanto è vero che sull’argomento siamo intervenuti da mesi) che il personale sia pagato per il lavoro svolto. Il progetto Giugno Pisano sarà pagato ad Aprile, sempre che nei prossimi giorni il dirigente licenzi una nota di accompagnamento- liquidazione che spieghi nel dettaglio le modalità di attuazione del progetto ed i singoli capitoli di spesa interessati dalla liquidazione.
Per il futuro, visto che presto presumibilmente si ripresenterà l’occasione, urgono alcune precisazioni. Per alcune attività che compongono il progetto, da anni la paga oraria ammonta a circa 7 euro e questo non sembra più sostenibile, soprattutto considerando che la realizzazione degli eventi del Giugno ha assunto sempre maggiore importanza per l’Amministrazione, considerato che le attività ivi comprese sono andate via via crescendo con sempre maggiori sforzi per il personale chiamato a realizzarle, a fronte di una spesa complessiva rimasta praticamente invariata (la paga rimane la stessa ma i carichi di lavoro aumentano per intenderci).
Noi chiediamo la revisione dei criteri del progetto, la revisione delle modalità con cui è stato costruito negli ultimi anni, le sue stesse finalità. Chiediamo anche che siano ben chiare le modalità del finanziamento di questo Progetto.
Occorre prestare maggiore attenzione ai profili professionali e alle mansioni affidate, agli orari di servizio ma soprattutto è necessario capire se l’Amministrazione Comunale vuole costruire più eventi nel corso dell’anno, come sembra dalle dichiarazioni rese a mezzo stampa.
E se così sarà, non si capisce per quale ragione da due anni sia ferma la officina del Gioco del ponte, perché sia stata smantellata la falegnameria comunale, perché i magazzini di Ospedaletto non siano definitivamente attrezzati per le attività da svolgere. Neanche si capisce perché le Manifestazioni storiche non siano gestite con un apposito ufficio e si preferiscano soluzioni emergenziali, come la task force di dipendenti “precettati” senza alcun riconoscimento economico, dipendenti che per tre mesi all’anno devono sommare queste attività alle loro ordinarie per tre mesi all’anno, in violazione delle più elementari norme di gestione del personale.
Il Giugno, come il Capodanno pisano, non devono ridursi ad occasioni pubblicitarie per Assessori e Sindaci, dovrebbero essere prima uno strumento utile alla città, alla sua economia, ad accrescere la produttività (incentivata e non sottopagata) del personale.
Per queste ragioni, la richiesta di pagare i lavoratori che hanno realizzato i progetti incentivanti (e non solo quelli del Giugno) deve avvenire nel rispetto delle norme sul lavoro pubblico per la massima tutela di tutti, compresa la RSU chiamata puntualmente ogni anno a sottoscrivere accordi che sono una mera ratifica del lavoro già fatto e con i lavoratori che giustamente pressano per essere pagati.
Questo modo di procedere, le cui distorsioni abbiamo segnalato inutilmente per anni, non è più sostenibile. È tempo di chiarire che potremo anche non firmare più accordi se non si stabilisce un rapporto chiaro ed equilibrato tra i servizi erogati e gli sforzi richiesti al personale.
COBAS PUBBLICO IMPIEGO
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