November 23, 2024
In seguito alla gravità della pandemia qualcuno si era illuso che avremmo potenziato il servizio sanitario regionale e nazionale; che d’ora in poi avremmo speso bene i soldi per la sanità pubblica; che non ci saremmo più trovati impreparati davanti ad altre emergenze sanitarie. Ma a distanza di appena un anno la Regione Toscana si ritrova in braghe di tela, costretta vergognosamente a tagliare i finanziamenti alla sanità pubblica sul personale. Con l’obiettivo di risanare un bilancio depauperato da una gestione fallimentare delle politiche regionali statali sono stati spesi solamente 60 dei 260 milioni promessi dal governo e dall’Unione Europea.
Ma il disastro della sanità toscana nasce dal lontano 2000, con la riduzione di 1300 unità lavorative del settore e con la massiccia riduzione dei posti letto. Un altro tassello del disastro è stato anche il continuo slittamento del rinnovo del contratto nazionale del comparto che, ormai scaduto dal 2018, non giunge ancora a compimento. Continua il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato a favore delle assunzioni a cottimo, da utilizzare e poi dismettere una volta conclusa l’emergenza. Assistiamo alla progressiva carenza di medici specializzati mentre si continua ostinatamente a imporre il “numero chiuso” nelle facoltà di Medicina e chirurgia. Continua inoltre l’incremento dei finanziamenti alle strutture sanitarie private che richiedono l’accreditamento al Servizio Sanitario Nazionale anche se sono totalmente distanti dal concetto di medicina del territorio.
A livello locale in questi giorni sono iniziate le sospensioni degli operatori sanitari che non si sono vaccinati, ma a causa del blocco delle assunzioni causato da un ammanco di circa 400 milioni di euro non saranno rinnovati i contratti del personale sanitario a tempo determinato – circa 135 in AOUP – con la conseguenza di una gravissima riduzione del fabbisogno di personale ospedaliero.
Il futuro che ci aspetta è fatto di disoccupazione (senza certificato verde non si lavora, In barba all’articolo 4 della Costituzione), di salario precario, di salari da fame, mentre continuano ad aumentare gli incidenti e i decessi sul lavoro.
L’emergenza attuale ha messo a nudo il disastro della sanità, della scuola e dei trasporti.
Per questi motivi i COBAS Sanità di Pisa aderiscono allo sciopero del sindacalismo di base proclamato per l’11 ottobre.
Una giornata di SCIOPERO GENERALE per rivendicare lo sblocco dei licenziamenti, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, aumenti retributivi dignitosi, la revoca dei tagli annunciati dalla Regione Toscana, l’assunzione immediata del personale sanitario, forti investimenti nella sanità, nella scuola e nei trasporti.
Marranchelli Giovanni Battista
Responsabile Provinciale Cobas Sanitá
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