November 29, 2024
L’Europa di Maastricht è stata costruita ad arte per consentire la supremazia della economia e della finanza tedesca. Non siamo noi soli a dirlo ma anche alcuni economisti Borghesi come Guido Carli (G. Berta Oligarchie, G. Carli 50 anni di vita italiana) che contesta il sistema della moneta unica e la fine della autonomia decisionale degli stati nazionali controllati a vista nelle decisioni che contano dai banchieri di Maastricht. Se il crollo del Muro di Berlino e l’annessione della Germania est sono stati non eventi occasionali ma pilotati e costruiti ad arte (V. Giacchè L’Annessione) a beneficiare di questi cambiamenti resta il capitale tedesco
Questa premessa è da noi giudicata dirimente per sottolineare che non c’è niente di casuale nelle leggi che regolano la politica e l’economia capitalista, gli stessi crolli sono in qualche modo prevedibili
Da mesi ci sentiamo raccontare di assalto alla rendita in nome del reddito e della casa. Noi siamo convinti che lavoro e casa vadano di pari passo e bisognerebbe parlare piuttosto di profitto capitalista, spoliazione delle risorse e dei beni comuni, sfruttamento intensivo della forza lavoro, accumulazione di capitali e delocalizzazioni. L’asse strategico dei movimenti si muove lungo il binario dell’appropriazione di reddito e dentro le politiche di rottura dell’austerity. Se restiamo ancorati a questo asse non si capisce la ragione per la quale nel mondo delle cooperative oggi si stia misurando un processo di contrazione dei diritti sindacali e salariali da una parte e di repressione poliziesca e giudiziaria delle lotte sindacali dall’altra. Analogo discorso andrebbe fatto per tutti gli appalti al ribasso nella Pubblica amministrazione contro la quale oggi il Governo si sta muovendo per scatenare la spending review tra tagli ai servizi, blocchi delle assunzioni e dei salari
Senza restare ancorati a lettura meccaniche e semplicistiche , il ruolo egemonico delle oligarchie non è stato intaccato, sono cambiati gli equilibri e gli assetti delle oligarchie ma tali restano con il loro portato repressivo e antidemocratico
Gli ultimi governi non hanno trovato una opposizione reale da parte del sindacato, anche di quello di base, eppure le loro decisioni sono tutte finalizzate a:
La legislazione in materia di lavoro ha risentito della debolezza dei lavoratori e molte sentenze oggi sposano le tesi padronali riducendo lo stesso diritto a poca cosa, per questo ha gioco facile la contrazione dei diritti sindacali in materia di rappresentanza la cui anticostituzionalità è a tutti nota
In questi anni hanno preso il sopravvento in talune aree politiche i sogni di un lavoro congnitivo indipendente e autonomo, non stiamo a ripetere come molte partite iva di autonomia decisionale e organizzativa abbiano ben poco, del resto cococo o co.co.pro spesso sono costretti ad accettare la condizione di parasubordinati se vogliono portare a casa un reddito ma resta il fatto che sono lavoratori subordinati mascherati da autonomi. Il lavoro autonomo italiano è più alto della media Eu ma quanti di questi lavori sono realmente autonomi? La crisi degli ultimi anni non ha colpito solo i lavoratori dipendenti (basterebbe vedere le ore di cassa e l’aumento delle indennità di disoccupazione, non per nulla ridimensionate dalla Riforma Fornero con le aspi) ma ha sancito la perdita tra il 2004 e il 2008 di quasi 300 mila lavoratori autonomi e il trand è ancora in calo stando almeno ai dati ufficiali. Anzi se ci sono timidissimi segnali di ripresa del lavoro dipendente, il segno negativo e la crisi riguardano invece il lavoro autonomo. Vogliamo chiederci la ragione di questa tendenza e leggerla dentro un contesto di crisi del modello capitalista italiano e di ristrutturazione europea?
Vogliamo focalizzare l’attenzione sui nett, sui giovani senza titolo di studio e senza lavoro ai quali guardano i sostenitori del reddito e dell’assalto alla finanza? Forte è la tendenza secondo la quale in assenza di lavoro, si cercano solo ammortizzatori sociali, redditi minimi e attraverso le occupazioni si riconquistano diritti storicamente negati come quello all’abitare
Noi siamo certi che queste lotte siano patrimonio dell’antagonismo sociale , politico e del conflitto di classe ma sono solo un aspetto delle rivendicazioni generali perchè accanto a questi percorsi ce ne devono stare altri come quelli che scaturiscono dalla contraddizione tra capitale e lavoro, dalla costruzione di connessioni sociali e politiche tra le istanze sociali, le lotte dei lavoratori e dei disoccupati, le istanze di lotta presenti sui territori
Sta qui l’elemento fondante di una lettura della crisi che non si limita a leggere i fatti per dare legittimità solo ai propri percorsi, la sfida del sindacalismo di base dovrebbe essere quella non del benicomunismo (che nel migliore dei casi si trova a costruire alleanze con settori istituzionali e non conflittuali che sognano il ritorno in parlamento come la sola strada percorribile) ma della ricomposizione delle varie lotte a partire da quelle che scaturiscono dal conflitto permanente tra lavoro e capitale. Per questa ragione, noi non siamo tra quelli che millantano scioperi sociali generali e generalizzati perchè sappiamo che uno sciopero di pochi serve ad occultare l’assenza di lotte e di prospettiva, un rapporto strumentale con le istanze dei movimenti con i quali bisogna dialogare con pari dignità senza subire il fascino dell’assalto alla rendita in nome di un salario minimo che rischia di essere lo scambio perdente del Governo renzi che vuole cancellare il welfare o riadattarlo alle regole della sussidiarietà
Cobas Pisa
Viareggio 12\6\2014
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