Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Allerta rossa pensioni!

Postato il 30 Ottobre 2023 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Il disegno di legge di Bilancio che sta per essere varato dal Governo Meloni contiene, contrariamente alle aspettative suscitate dai partiti della maggioranza in campagna elettorale, una stretta sulle pensioni, che colpisce sia i requisiti per lasciare in anticipo il lavoro, sia, talvolta, l’importo dell’assegno

Come se non bastasse l’Italia vanta gli stipendi tra i più bassi d’Europa gli unici persino calati nell’ultimo decennio (un sentito grazie ai sindacati confederali, per tutti i contratti bidone stipulati in questi ultimi anni!!!) ora il governo parte all’attacco delle lucrose pensioni degli Italiani dipendenti, e oltretutto si vanta di aver varato una manovra buona e giusta

Ma lo fa con un occhio di riguardo alle solite categorie, quelle degli inutili e dei fannulloni: è in programma attraverso la bozza della legge di bilancio, un bel taglio della pensione per maestre, infermieri, medici, pubblici ufficiali giudiziari e comunali.

Non a caso il Governo prima di varare la legge di Bilancio, ha aspettato il parere del CNEL, conoscendo le intenzioni, già più volte manifestate in passato, dell’economo Renato Brunetta che ne ricopre la carica di presidente, per lui, i lavoratori del pubblico impiego sono sempre stati considerati una categoria di fannulloni da penalizzare.

E così verranno penalizzate proprio quelle pensioni che hanno subito un decennio di blocco contrattuale e che per ormai tutte le qualifiche hanno raggiunto la soglia del lavoro povero e di un importo di retribuzione oraria prossimo al salario minimo, “agli zoppi pedate!!”

E allora di nuovo botte!!! Raggiungendo il duplice obiettivo di risparmiare risorse sul lavoro da regalare al profitto, o alla costruzione del ponte sullo stretto e di continuare a smantellare il pubblico, la sanità e i servizi.

In base a un’elaborazione riportata da “Il Messaggero” risultano perdite fino a 7 mila euro per una base pensionabile ipotetica di 30 mila. Mentre l’uscita con quota 104 a 63 anni con 41 di versamenti porterà a un taglio del 4% dell’emolumento.

Non stiamo parlando di noccioline ma della vita (se non della mera sopravvivenza) di milioni di lavoratori che si trovano già in condizioni precarie.

L’iniquità è manifesta ed evidente, la nostra opposizione è netta e decisa.

Lanciamo un forte grido di allarme e chiediamo ai lavoratori di mobilitarsi per la lotta.

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