November 30, 2024
La soluzione strutturale per gli esodati proposta da Poletti NON PUò ESSERE accettata per gli ESODATI – ma solo per ESODANDI FUTURI
Chiediamo che la tavolo tecnico-politico dei Ministeri MdL , MEF. INPS con le COMMISSIONI LAVORO siano presenti 2 rappresentanti dei COMITATI degli ESODATI per evitare questa vergognosa RAPINA con cui lo Stato deruba la vita di duecentomila esodati con un FALSO ANTICIPO . Gli altri 60 milioni di italiani – sopratutto i ricchi – che cosa hanno pagato a questo Stato che ora si qualifica come un ladro !!! NULLA ? dove sta l’equità in questa proposta ?!! Poletti a CASA subito !!! SE NON SAI FARE IL MINISTRO GIUSTO
Gli esodati sono coloro che hanno ACCORDI, LICENZIAMENTI e DIRITTI PRIMA della SBAGLIATA RIFORMA FORNERO e non devono avere ALCUNA LIMITAZIONE di data di salvaguardia tipo quella proposta in via sperimentale fino al 31 dicembre 2017.
Vogliamo vedere i numeri degli esodati ( che sono calanti anno per anno ) che INPS deve fornire su RICHIESTA al Parlamento dal 6 Febbraio 2014 o meglio da 2 anni e mezzo. Vengono tenuti nascosti i numeri degli esodati proprio per non dare le GIUSTE SOLUZIONI
Faremo la guerra legale e presidi al MEF e MdL e DG INPS e al Parlamento dai primi di maggio ogni giorno se questa proposta sarà così formulata. ciao claudio
di Raffaele Marmo + Giuliano Poletti (foto Olycom)
Tutti i dettagli dell’ipotesi di «prestito previdenziale» alla quale stanno lavorando i tecnici del Welfare e dell’Inps: anticipo di tre-quattro anni rispetto alla pensione di vecchiaia; importo dell’assegno a 760 euro mensili; restituzione con trattenute sulla rendita di PENSIONE ordinaria di 50-70 euro al mese.
Il ministro Giuliano Poletti l’ha annunciato e ripetuto anche in queste ore: «Stiamo lavorando a una soluzione strutturale per gli esodati». In realtà, al tavolo tecnico-politico che il titolare del Welfare ha avviato, c’è in gioco qualcosa di più di un intervento per coloro che sono rimasti o che rischiano di restare nei prossimi anni senza stipendio e senza pensione e per di più fuori dalle molteplici operazioni di salvaguardia avviate dal 2012 a oggi. C’è in ballo una vera e propria modifica sperimentale della riforma Fornero, che qui anticipiamo, destinata a introdurre un meccanismo di flessibilità necessaria per fronteggiare gli effetti più drammatici prodotti dal riassetto del Governo Monti nel contesto della crisi più grave del Dopoguerra.
A mettere a punto il progetto, per conto del ministro, è stata la tecnostruttura dell’Inps. E la soluzione ipotizzata ha già un nome: si dovrebbe chiamare «Apa», Assegno di pensione anticipata. Vediamo, allora, come dovrebbe funzionare nell’ipotesi predisposta.
Si prevede, in particolare, che in via sperimentale fino al 31 dicembre 2017, per i lavoratori dipendenti del settore privato, sia possibile percepire un assegno temporaneo fino al perfezionamento del diritto alla pensione di vecchiaia con i nuovi requisiti = 66 anni e tre mesi per gli uomini o 42 anni e 6 mesi uomini e 41 anni e 6 mesi donne, con successiva restituzione da parte del pensionato della somma complessivamente percepita. L’assegno verrebbe concesso in presenza dei seguenti requisiti: stato di disoccupazione; non titolarità, ovviamente, di trattamenti pensionistici o di prestazioni di invalidità o di altre indennità, come quelle a carico dei fondi di solidarietà di settore. Non basta: l’interessato dovrebbe aver raggiunto anche le seguenti soglie minime: 63 anni e tre mesi di età e anzianità di 36 anni oppure 62 anni e tre mesi di età e anzianità di 37 anni. E nello stesso tempo l’importo della pensione già maturata alla data della domanda non dovrebbe essere inferiore a 2 volte l’importo del trattamento minimo Inps (pari a circa 1.000 euro nel 2014). A conti fatti, l’anticipo della pensione «normale» – oggi ottenibile a almeno 66 anni e tre mesi per gli uomini – sarebbe di tre o quattro anni.
L’assegno anticipato, incompatibile con indennità di mobilità o di disoccupazione, dovrebbe essere pari, come configurato nel progetto, a 1,7 volte l’importo dell’assegno sociale: per il 2014 l’ammontare si aggirerebbe, insomma, intorno a 760 euro mensili per tredici mensilità.
Al raggiungimento dei requisiti «normali», l’assegno anticipato si trasformerebbe nella ordinaria pensione di vecchiaia, calcolata secondo le regole generali, ma decurtata di una quota, deducibile ai fini Irpef, determinata convertendo in rendita la somma degli assegni erogati, con lo sconto, però, dell’eventuale importo non corrisposto per le prestazioni di sostegno del reddito. A conti fatti, secondo le prime simulazioni, la trattenuta sulla pensione piena, una volta conquistata, potrebbe aggirarsi tra i 50 e i 70 euro mensili, con un’incidenza percentuale sulla rendita compresa tra il 2 e il 4 per cento circa.
L’onere dell’operazione per le casse pubbliche sarebbe coperto, in larga parte, sia dal minor ricorso alle prestazioni di sostegno al reddito sia, nel caso di esistenza di un rapporto di lavoro in atto, dalla partecipazione dell’azienda che si traduce nel versamento all’Inps di contributo una tantum pari 18 mensilità dell’importo dell’assegno anticipato. La stesse imprese, però, potrebbero ripagarsi il «costo» con minori contributi per gli ammortizzatori sociali e con un risparmio su eventuali incentivi all’esodo.
Di seguito una tabella esplicativa con tre casi-tipo.
Casi Tipo |
Assegno pensione anticipata (Apa) |
|||||||||
Requisiti e condizioni per l’anticipo | Raggiungimento condizioni per la pensione ordinaria | Rimborso anticipo sulla pensione | |||||||
Tipologia lavoratore | Età e anzianità lavoratore | Anno di accesso all’anticipo | Ultima retribuzione | Anticipo mensile (lordo Irpef) | Durata anticipo(anni) | Età di pensionamento ordinario | Pensione ordinaria (lordo Irpef) | Quota di pensione mensile trattenuta | Rapporto trattenuta/pensione netta |
Dipendente privato uomo | 63 anni e tre mesi | 2014 | 21.000 euro | 761 euro | 3 anni e tre mesi | 66 anni e 6 mesi | 1.223 euro | 72 euro | 4,8% |
Dipendente privato uomo | 63 anni e tre mesi | 2014 | 40.000 euro | 761 euro | 3 anni e tre mesi | 66 anni e 6 mesi | 2.330 euro | 78 euro | 2,5% |
Dipendente privato donna | 63 anni e tre mesi | 2016 | 21.500 euro | 791 euro | 1 anno e tre mesi | 64 anni e 6 mesi | 1.247 euro | 54 euro | 3,6% |
Attenzione, intanto non sono 4.000 ma solo poche centinaia di casi che vanno nel 2019 – 2020 -2021 – 2022 a maturare la decorrenza pensione
4.000 sono tutti gli esodati individuali dal 2015 al 2022 3500 dal 2015 al 2018 e 500 dal 2019 al 2022 sia di poste , sia di altre aziende e qualche banca
i comitati esodati esistono GIA’° e si differenziano dalla Rete e siamo noi che siamo stati ricevuti da On Boldrini il 6 febbraio , da On Baretta il 13 Febbraio , da Capo di Gabinetto MdL Luigi Caso il 13 marzo e meta delegazione 9 persone era nostra il 9 aprile da Baretta meno della metà della Rete : 6 persone.
Quindi tra poco chiederò ai ministri e sottosegretari Mdl e MEF di essere rcevuti come osservatori al tavolo con la commissione lavoro ai primi di maggio.
In allegato la documerntazione sugfli incontri e i verbali redatti
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/11-Marzo-2014-lettera-per-Renzi-Poletti-Padoan.pdf
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/POSTE-lettera-per-Renzi-Poletti-Padoan.pdf
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/Recoconto-INCONTRO-DEL-GIORNO-11-MARZO-2014-al-MINISTERO-LAVORO.pdf
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/verbale-incontro-9-aprile.pdf
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/VERBALE-DI-RESOCONTO-INCONTRO-AL-MEF-con-BARETTA-13-FEBBRAIO-2014.pdf
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