November 29, 2024
Israele/Territori Occupati. Il viaggio ha raggiunto risultati importanti per il dialogo tra cattolici e ortodossi e tra le diverse fedi. Ma gli equilibrismi del Vaticano nel conflitto israelo-palestinese lasciano insoddisfatti non pochi esponenti delle chiese locali.
Dopo la visita di domenica a Betlemme nel segno della politica e della diplomazia, testimoniato dall’invito ad andare a Roma a pregare per la pace rivolto al presidente palestinese Abu Mazen e al capo di stato israeliano Shimon Peres, è stata Israele l’ultima tappa del viaggio di Terra Santa di papa Francesco. Una giornata, quella di ieri, con importanti risvolti religiosi — in particolare per lo sviluppo dei rapporti tra cattolici ed ebrei — ma ugualmente caratterizzata da elementi politici e diplomatici di un certo rilievo. L’attenzione tuttavia si è concentrata sulle visite del pontefice al Muro del Pianto e al memoriale dell’Olocausto, “Yad Vashem”, di Gerusalemme. «Forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso!…Signore, salvaci da questa mostruosità. Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare», ha affermato, visibilmente commosso, il papa che ha incontrato alcuni sopravvissuti allo sterminio nazista. «Nunca màs!! Nunca màs!!» (Mai più), ha scritto in un biglietto lasciato al Memoriale dell’Olocausto.
Leggi tutto l’articolo di Michele Giorgio, tratto da Il Manifesto del 26 maggio, nel documento in allegato
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/Bergoglio-in-Terra-Santa.pdf
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