November 29, 2024
Intervista. L’economista svizzero Christian Marazzi spiega lo scenario esplosivo che la crisi è andata delineando. Dall’Arabia Saudita, unico potente sul mercato, al terrorismo che pesca affiliati nella disperazione delle periferie del mondo
In un seminario su crisi e composizione di classe organizzato al Cantiere di Milano lo scorso novembre dai progetti Effimera e Commonware, Christian Marazzi aveva ipotizzato l’intensificarsi di uno scenario di guerra diffusa, legato innanzitutto all’esplosione della bolla del petrolio e alla rivolta dell’Opec contro i nuovi produttori. I fatti di Parigi, pur con le loro forti specificità, possono forse essere inseriti in questo quadro.
La nuova intervista con Marazzi comincia dalla riconfigurazione di una geopolitica imperiale su cui spirano forti i venti di guerra. «Per ragionare su questo scenario di guerra diffusa ho preso spunto dal dimezzamento del prezzo del petrolio, conseguenza di una precisa scelta, in particolare dell’Arabia Saudita — spiega l’economista svizzero -. Viene forzato il prezzo non diminuendo la produzione, mettendo in difficoltà paesi come Iran, Nigeria e Venezuela che hanno bisogno di un prezzo superiore ai 100–120 dollari al barile. La decisione dell’Arabia Saudita, e quindi dell’Opec, ha effetti destabilizzanti per tutta la produzione del petrolio e del gas attraverso la tecnica della fratturazione».
Leggi tutta l’intervista al seguente indirizzo:
http://www.cornicerossa.com/christian-marazzi-e-il-petrolio-fatale/
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