November 25, 2024
Proprio cosi, una voce fuori dal coro sindacale se tale vogliamo definirla….il COBAS si schiera prima di tutto a difesa dei lavoratori in modo indistinto, senza alcuna distinzione tra lavoratori nei servizi a gestione diretta o in appalto.
L’esatto contrario di quanto hanno fatto CGIL, CISL, UIL e sindacati autonomi.
Tutto comincia quando la stessa autorità d’ambito decide di incontrare separatamente le sigle sindacali, portando avanti una trattativa privilegiata con cgil cisl e uil, indebolendo e svilendo contributi e proposte dei sindacati di base. Da qui nasce il primo campanello di allarme: non basta dire che è opportuno, è diventato fondamentale gestire i rifiuti in mano pubblica.
COBAS IGIENE AMBIENTALE non si è limitato ad ascoltare le sole ragioni dell’ATO, abbiamo incontrato comuni e soggetti coinvolti a vario titolo sia nella gestione dei rifiuti sia nel sistema ATO. Scoperchiando un calderone abbiamo scoperto varie discrepanze che non vanno verso la tutela dell’interesse pubblico, dei lavoratori e a salvaguardia dell’ambiente, vogliamo elencare alcune contraddizioni, giusto le piu’ macroscopiche :
1) Benchè si tratti di un appalto riguardante la cessione di quote di una società pubblica ad unico gestore privato, quest’ultimo avrà piena facoltà e discrezionalità organizzativa e gestionale, in sintesi una revival di quanto si sta verificando nell’Ato toscana sud con i sindaci sul piede di guerra con il gestore SEI.
2) Qualsiasi privato deve necessariamente prevedere un piano industriale che tenga conto, oltre alla copertura di costi, delle spese generali ed utile di impresa ( circa 20% o 25%) . Finiamola quindi di dire che i soci privati devono portare capitali, perchè qualsiasi piano industriale prevederà la remunerazione del capitale ( I soldi costano….. )
3) Gli addetti alla riscossione saranno i comuni. i quali oltre ad emettere le bollette della tassa sui rifiuti dovranno anche mettere la mano nella tasca dei cittadini, quando poi alcune famiglie non riusciranno a pagare, secondo il principio di copertura totale del servizio, gli insoluti verranno spalmati nella tassazione dell’anno successivo, in poche parole aumenti delle tariffe o accanimento contro famiglie indegenti.
4) Perdita del governo del territorio, le amministrazioni comunali non avranno vita facile , infatti l’interlocutore sarà un mega gestore a cui premono solo profitti e cio’ si tradurra in continui disservizi e costi aggiuntivi a carico dei cittadini, sicuramente verranno meno le funzioni sociali derivanti da una oculata gestione diretta e pubblica della raccolta e lavorazione dei rifiuti. Anche un solo secondo in più per impiego di attrezzature sarà fatturato, altro che servizio pubblico
5) L’A.T.O. nella persona del direttore generale e del suo staff, ha volutamente escluso dal protocollo di intesa sottoscritto con CGIL CISL e UIL i lavoratori delle società terziste ( appaltatrici presso le aziende pubbliche), definendo mostruosamente tali lavoratori in subappalto, quindi non aventi titolo al passaggio diretto nella nuova società. Affermazione quest’ultima che rende due possibili valutazioni sulla struttura ATO: 1) Ignoranza ed incapacità nell’applicazione delle norme, in quanto le norme ( art. 202 d.lgs. 152/2006) e la giurisprudenza tutelano tali lavoratori includendoli direttamente nel ciclo integrato. 2) Una oscura volonta di estrapolare il costo di tali lavoratori che vanno da 800 a 1.000 unità ( in corso di accertamento), dall’ammontare dell’appalto per fare poi cosa, mandarli a casa? Perchè tutelare i lavoratori delle aziende pubbliche addirittura prevedendo che il gestore per nuove assunzioni attingerà dalle graduatorie dei lavoratori stagionali delle aziende pubbliche senza prima accertarsi che tutta la forza lavoro attualmente impiegata negli appalti sia ricollocata e tutelata?
6) Siamo stati informati che il Piano d’Ambito e i relativi documenti VIA e VAS prevedono un sistema di raccota porta a porta con un rapporto di 750 /1.200 utenze giornaliere perr operatore in un turno di lavoro di 6 ore, dati del tutto impensabili perchè un lavoratore riesca ad effettuare un turno simile con carichi di lavoro raddoppiati.
7) Il piano d’ambito prevede un aumento dei rifiuti invece che una diminuzione, si parla di incrementi del 20%, in discordanza sia con le norme europee sia con il dichiarato intento di valorizzare i rifiuti con la raccolta differenziata.
8) Sempre il piano d’ambito prevede la realizzazione di nuovi impianti non tenendo conto di altri invece già presenti sul territorio.
9) Una gestione unitaria con possibili economie di scala non si può tradurre in concetto di gestore unico, stravolgendo quella che è la volonta popolare espressa con referendum e confermata dalla corte costituzionale.
10) Sanità e gestione idrica fanno già scuola in tal senso, e con loro il settore rifiuti meriterebbe una gestione attenta, oculata e secondo le singole esigenze territoriali che solo le amministrazioni comunali possono garantire.
COBAS IGIENE AMBIENTALE è da sempre fautore della gestione pubblica dei rifiuti, pronto a sostenere anche singole amministrazioni che decideranno di gestire in modo pubblico i rifiuti, fungendo anche da collante per una collaborazione tra amministrazioni comunali
Oggi piu’ che mai è importante la unità di lavoratori e cittadini e istituzioni locali per contrastare la privatizzazione dell’igiene urbana e la svendita del servizio di rilevanza economica a soci privati.
COBAS IGIENE AMBIENTALE
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