Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Come sta cambiando il diritto allo studio? Intervista a un delegato Cobas dell’azienda regionale diritto allo studio Toscana

Postato il 12 Dicembre 2022 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Stato di agitazione promosso dalle organizzazioni sindacali dell’Ardsu dopo l’annuncio che la Regione Toscana ridurrà i fondi destinati al diritto di Studio, tagli di circa 12 milioni di euro solo nel prossimo triennio. Attualmente sono 315 i  dipendenti all’Ardsu, 170 solo nella ristorazioe,  distribuiti tra le sedi di Pisa (la principale), Firenze e Siena.

Il comparto delle mense è quindi quello numericamente più corposo. Già nel 2017 la mobilitazione dei lavoratori blocco’ una manovra analoga mirante a tagliare fondi all’azienda Regionale con la mancata sostituzione del personale andato in pensione o in mobilità e di quanti non erano stati sostituiti nei 9 anni di blocco della contrattazione.

Al contempo anche un  maggiore ricorso alla esternalizzazione di taluni servizi o alla chiusura di altri ritenuti sacrificabili e non più prioritari per l’ utenza (da precisare che l’Ardsu rifiuta categoricamente l’accusa sindacale di volere esternalizzare).

1 milione di euro previsti per le assunzioni 2022\3, 3 dirigenti, 11 addetti alla ristorazione e i restanti posti destinati a ruoli amministrativi, un piano occupazionale che non tiene conto  tuttavia non solo dei pensionamenti nella Ristorazione ma dei pensionati in ogni altro ufficio dell’Ardsu.

Le assunzioni previste nella Ristorazione sono 5 a Siena, 4 a Firenze e 2 sole a Pisa ma in questo ultimo caso non parliamo di vere e proprie assunzioni ma bensì di trasformazione di contratti part time in full time o meglio aumento delle ore degli attuali part time con 4 unità che passano dalle attuali 5 ore giornaliere a sei.

Le assunzioni arrivano con il contagocce ma nel frattempo le uscite per pensionamenti risultano in numero assai maggiore dei nuovi ingressi.

E’ la carenza degli organici ad avere spinto i sindacati a muoversi con lo stato di agitazione, ad un anno dall’insediamento della nuova direzione ci si imbatte in una carenza cronica di personale con le lezioni che da mesi sono tornate in presenza e con esse l’utenza costituita da studenti universitari è tornata ai livelli antecedenti al covid pur con 30 lavoratori in meno e una offerta di tipologia di pasti decisamente maggiorata.  .

E’ diminuito il personale, in tutta la Regione ci sono 30 unità in meno degli organici previsti più della metà dei quali  solo a Pisa, gli stessi pasti del 2019 (ma i servizi  intanto risultano complessivamente aumentati ), quindi organici ridotti e con l’età media della forza lavoro che supera i 52 anni,  molte lavoratrici per altro alle prese con prescrizioni  mediche tali da limitarne le mansioni.

Le conseguenze di questa situazione sono l’aumento dei carichi e delle prestazioni richieste, una forza lavoro ridotta nei numeri a fronte degli stessi pasti erogati rispetto al 2019

Capita poi che il covid porti a ulteriori assenze forzate senza che si possa sostituire il personale mancante o si vada verso la riduzione dell’offerta alimentare .

E le attrezzature? Sono spesso vecchie, la impiantistica fatiscente e gli investimenti inappropriati.

Nel frattempo aumenta il ricorso alle esternalizzazioni dei servizi anche se la direzione nega che ci siano esternalizzazioni in corso.

Sta cambiando di fatto la dotazione organica nell’Ardsu, le mancate assunzioni di personale addetto alla Ristorazione sono un problema dirimente, le assunzioni di personale tecnico e amministrativo non compensano per altro i prossimi pensionamenti. La coperta è decisamente troppo corta.

Prendiamo ad esempio il servizio in appalto delle Pulizie, si apre un bando che prevede dei servizi opzionali….. se vince la ditta X, una parte importante del budget assegnato  sarà destinato a servizi opzionabili che potranno a loro volta essere subappaltati o affidati a terzi, ad una sorta di ATI.

Siamo davanti a scenari preoccupanti perchè da una parte si afferma di volere mantenere inalterato il servizio a gestione diretta ma dall’altra si costruiscono politiche assunzionali inadeguate che alla fine avranno come risultato quello di esternalizzare parte dei servizi avvalendosi del Codice degli appalti e della opportunità di dare fuori  i servizi cosiddetti opzionabili che avranno uno spazio sempre maggiore. E gli opzionabili sono servizi fino ad oggi gestiti con personale a gestione diretta. Quindi senza adeguati investimenti per assumere personale non resteranno che gli appalti dove il personale è inquadrato con contratti nazionali sfavorevoli e con il part time, in teoria  minori a carico della Azienda Regionale ma ben pochi i benefici. E poi non è detto che le esternalizzazioni, come avvenuto in sanità, siano più convenienti come dimostra la gestione del Portierato.

Un primo tentativo di conciliazione è avvenuto in Prefettura, lo stato di agitazione è momentaneamente sospeso con un incontro  tra azienda e Rsu già fissato per il prossimo 13 Dicembre. Questo incontro dovrebbe essere l’occasione per presentare un documento tecnico da parte dell’Ardsu. Ma a cosa servirà questo documento tecnico? Il fabbisogno del personale da assumere, gli investimenti negli strumenti di lavoro sono decisioni che necessitano  di investimenti adeguati e anche di rivedere il piano di fabbisogno, senza queste scelte il futuro dell’Ardsu è avvolto nelle nebbie che si fanno da tempo sempre più fitte,

La preoccupazione dei sindacati è legata al futuro dell’azienda e al ridimensionamento del servizio mensa a gestione diretta, un eventuale ridimensionamento avrebbe effetti negativi sugli studenti e un ricorso alle esternalizzazioni potrebbe ridurre i costi aziendali a discapito del potere di acquisto dei lavoratori in appalto ma allo stesso tempo anche spianare la strada a una presenza di privati nella gestione dei servizi . E a quel punto, con l’ingresso di soci privati, anche i costi a carico degli studenti potrebbero aumentare. Non si tratta solo di conservare i posti di lavoro ma evitare anche i processi di esternalizzazione e al contempo salvaguardare la natura sociale del servizio, gli studenti devono già subire il rincaro della vita o dei posti letto, un aumento del costo della mensa sarebbe un ulteriore attacco al diritto allo studio.

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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