November 24, 2024
Gli enti locali e le comunità territoriali sono da tempo diventati uno dei luoghi fondamentali di precipitazione della crisi. L’insieme delle misure relative ai parametri del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio, le politiche applicate con la trappola del debito pubblico, i tagli previsti dalle diverse spending review hanno da tempo costretto con le spalle al muro gli enti locali, mettendo a repentaglio la loro storica funzione pubblica e sociale. Oggi i Comuni sono stati trasformati in luoghi di mera facilitazione dell’espansione degli interessi finanziari e immobiliari, finalizzati a mettere le mani sul patrimonio pubblico, sui servizi pubblici locali, sul territorio. Funzionale a questo nuovo ciclo di espropriazione è la progressiva sottrazione, formale e sostanziale, degli spazi di democrazia. Sindaci e amministratori sono dunque posti di fronte ad un bivio senza più zone d’ombra: devono decidere se essere solo gli ultimi esecutori di un processo di privatizzazione che dalle politiche monetariste dell’UE discende verso i governi e scivola giù fino agli enti locali, o se riconoscersi come i primi rappresentanti degli abitanti di un determinato territorio e porsi in diretto contrasto con quei processi.
Anche le comunità locali, i lavoratori pubblici ed i movimenti sociali sono chiamati ad un salto di qualità: mettere al centro della propria riflessione ed azione concreta il tema della riappropriazione sociale, provando a rendere più forti le singole vertenze aperte sui temi dei beni comuni e dei servizi pubblici locali, attraverso un approccio “sistemico” alla comunità locale, capace di mettere radicalmente in discussione la questione del debito locale, del patto di stabilità interno e il mantra del “i soldi non ci sono”.
A chi si ostina a considerare come unico obiettivo il pareggio di bilancio monetario, occorre contrapporre la rivendicazione del pareggio di bilancio sociale, ovvero assumere la qualità della vita collettiva come priorità di ogni scelta politica territoriale; a chi si ostina a considerare come costo di bilancio il lavoro pubblico, occorre contrapporre la valorizzazione della sua funzione di utilità sociale; a chi persegue la mercificazione dei beni comuni, occorre contrapporre la riappropriazione sociale degli stessi e un nuovo “comune” come luogo della partecipazione dal basso, garanzia dei diritti sociali e motore di un nuovo modello di economia sociale territoriale, all’interno del quale la finanza torni ad essere strumento al servizio dell’interesse generale.
Di tutto questo vorremmo discutere con tutte le realtà locali interessate. Vorremmo farlo partendo dalla socializzazione di esperienze concrete che, dentro la specificità di ogni territorio, portano avanti azioni di riappropriazione sociale e che, per farlo, mettono radicalmente in discussione i vincoli del debito, del patto di stabilità e rivendicano una nuova finanza pubblica e sociale ed una nuova democrazia dal basso. Vorremmo capire assieme come mettere in rete tutte queste esperienze e come generalizzare le azioni che ciascuna realtà porta avanti. Vorremmo capire come, partendo dai territori, si possa avviare un cambiamento profondo.
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PROGRAMMA
ore 10.00 > “Enti locali e comunità territoriali sotto attacco”
Attac Italia
ore 10.20 > “Il debito, il patto di stabilità, il pareggio di bilancio come strumenti di espropriazione delle comunità locali”
ore 10.40 > Il bidone delle società partecipate
Cobas Comune di Venezia
ore 11.00 – 13.30 > Esperienze a confronto
ore 13.30- 14.30 > pausa pranzo a buffet
ore 14.30 – 16.00 > Tavoli di lavoro e connessione
ore 16.00 – 17.00 > Discussione in plenaria su come proseguire
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