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Comunicato Cobas Scuola sulla sentenza del pagamento ICI alle scuole private

Postato il 1 Agosto 2015 | in Scuola, Sindacato | da

scuola_cattolica_privataLa sentenza della Corte della Cassazione in merito ad una rivalsa del Comune di Livorno avanzata nel 2010 affinché fosse pagata l’ICI da due istituti scolastici cattolici restituisce un po’ di speranza che in questo Paese non sia completamente asservito alla Chiesa cattolica.

La sentenza, infatti, sembrerebbe obbligare la Chiesa cattolica al pagamento delle tasse sugli immobili: sul caso delle due scuole private livornesi, infatti, la Corte ha emesso una sentenza di condanna giudicando valida la retroattività, con la conseguenza del versamento degli arretrati per le fiscalità tra il 2004 e il 2009, per un totale di 422mila euro.

Abbiamo usato il condizionale per quella che rappresenta sicuramente una buona notizia, perché nei giorni successivi sono iniziati immediatamente i “distinguo” da parte del Presidente della Corte stessa, il quale ha dichiarato che ancora non si tratta di una sentenza definitiva, ma solo di un intervento per evitare sospetti aiuti di Stato a enti privati (religiosi in questo caso), “ che sarebbero potuti derivare da un’interpretazione della predetta esenzione non rigorosa e in possibile contraddizione con i principi della concorrenza”, ribadendo la “continuità con l’orientamento consolidato circa l’interpretazione dell’esenzione prevista” che spetterebbe solamente nei casi in cui “l’attività cui l’immobile è destinato, pur rientrando tra quelle astrattamente previste dalla norma come suscettibili di andare esenti, non sia svolta in concreto con le modalità di un’attività commerciale”.

Dal punto di vista giuridico quindi, la sentenza presenta molte ambiguità: il Presidente ha inoltre chiarito che ogni giudice dovrà valutare caso per caso eventuali esenzioni irregolari.

Anche da parte del governo c’è stata la corsa a precisare come sia necessario distinguere istituti privati da scuole “paritarie”, quest’ultime fondamentali nel sistema integrato dell’istruzione nazionale e dunque soggetti a cui vanno mantenuti privilegi fiscali, agevolazioni e sgravi fiscali, finanziamenti da parte dello Stato, delle Regioni, dei Comuni per ammontare di milioni e milioni di euro ogni anno (solo per quest’anno sono stati assegnati contributi per 472 milioni di euro alle scuole “paritarie”). La Regione Toscana non è da meno, visto che lo scorso anno ha ulteriormente incrementato di un milione di euro gli stanziamenti per le famiglie delle scuole dell’infanzia (ci sono le scuole comunali, ma anche le private a carttere religioso).

Sebbene non sia dirimente dal punto di vista giuridico, la sentenza afferma invece un principio politico fondamentale, cioè che non esiste un privilegio di esenzione dalle tasse sugli immobili per la Chiesa Cattolica e per quegli edifici che non siano esplicitamente ed esclusivamente destinati al culto, ma che vengono utilizzati per attività commerciali, di ristorazione e alloggiamento, e anche per finalità educative private.

È necessario perciò riaprire la battaglia rispetto al sistema nazionale dell’istruzione e contro il principio di sussidiarietà: lo Stato deve tornare a farsi carico dell’istruzione dei/delle suoi/sue cittadini/e, con opportuni e adeguati stanziamenti e investimenti di risorse, anziché delegare a istituti privati e religiosi il settore strategico dell’educazione e formazione, la scuola (ma anche di altri servizi come sanità e assistenza).

Il prossimo anno scolastico, in cui la pessima scuola di Renzi-Giannini inizierà a entrare nelle scuole, dovrà nuovamente vederci impegnati in mobilitazioni contro i finanziamenti alle scuole private contro i continui tagli nella scuola pubblica statale.

Cobas Scuola

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