Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicato sindacale Cobas servizi educativi

Postato il 5 Novembre 2013 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

AL PERSONALE SERVIZI EDUCATIVI

A NIDI E MATERNE E LORO COMITATI DI GESTIONE

Nei giorni scorsi, durante il Consiglio Comunale, l’Amministrazione ha ribadito che la intesa con i sindacati sui servizi educativi del 2011 è decaduta. In stile Marchionne la Giunta dichiara nullo un accordo senza neppure confrontarsi con il Sindacato e insaputa delle stesse educatrici.Questa è la fotografia delle relazioni sindacali al Comune di Pisa.

Per noi Cobas l’accordo 2011 non è scaduto, neanche formalmente, ancor meno mai registrato, (come insinuato da Eligi, il quale dovrebbe spiegare allora come sarebbe stato possibile adottarlo per 2 anni) perché la scadenza non è stata mai notificata, e ancor più, nella sostanza, perché la reiterata negazione dei tavoli di contrattazione richiesti dal Sindacato operata dalla controparte da oltre un’anno e mezzo, non poteva che – in un ambito di reciproca auspicabile correttezza – far ritenere l’accordo suddetto in continuità di vigenza per entrambe le parti, quindi anche per l’A.C.

Diversamente, se l’A.C. continuerà a sostenere la non validità dell’accordo, perchè si è scelto di gestire per mesi un servizio importante in condizioni di assoluta precarietà e con un danno alle lavoratrici e alla stessa utenza?

Il dirigente del Istruzione-Personale ha ammesso esplicitamente che (citazione testuale) “i Servizi educativi operano attualmente in emergenza” (in occasione della riunione per verifica stress lavoro-correlato del 28 u.s.)

Veniamo allora a confutare punto su punto le misure adottate dall’Amministrazione per ridurre il disagio

1 ) ” È stata assunta l’educatrice scuola materna in sostituzione della dimissionaria passata allo stato”

Non è misura per ridurre il disagio, è un obbligo di legge per le Scuole dell’Infanzia parificate, quali sono quelle Comunali, di assicurare due maestri x 25 bambini x 9 ore di servizio, a meno di non chiudere la sezione ad anno scolastico già iniziato.

2 ) “Sono in corso le procedure per la verifica di un’inidoneità alla scuola materna con possibilità di sostituzione immediata con ricorso alla graduatoria.”

È obbligo gestionale, non misura x ridurre il disagio, serve per non chiudere una sezione tra l’altro si interviene in corso d’opera quando sarebbe stato necessario un intervento a inizio anno scolastico

3 ) È stato rimodulato un part-time verticale con rientro a tempo pieno fino a dicembre.

Si denunciano le continue pressioni della Dirigenza che ha contattato ad personam l’educatrice in questione per proporle (in modo confidenziale e non tracciabile nelle modalità e nei contenuti del colloquio) la rinuncia al suo orario di lavoro per tamponare un’emergenza di cui la lavoratrice non ha certo colpa.

Sono in corso le procedure per sostituire un altro part-time verticale al 50%con un tempo pieno

Ben venga il nuovo educatore a tempo pieno che comunque andrebbe appena a coprire uno dei ben 8 posti vacanti nei nidi (6 a tempo pieno + altri 2 formati dalle frazioni di part-time non integrati, ben 8 su 69, corrispondenti a circa il 12% dell’intero organico comunale).

Inaccettabile e preoccupante che sia definito “sostituzione” del part-time al 50% perché vorrebbe dire che, in questa grave situazione di carenza, si consentirebbe l’uscita (sostituzione) di ulteriore personale dal servizio seppur a tempo ridotto

È opportuno ricordare che i dipendenti devono essere trattati con regole univoche, per cui o si accontentano tutte le comprensibili istanze di uscita dai nidi (particolarmente legittime vista l’usura e lo stress che caratterizzano il lavoro educativo), partendo da quelle per le quali gli interessati ne hanno acquisito titolo o si andrà avanti in termini oscuri e clientelari.

Mentre a un educatore viene indotto a rinunciare al proprio part-time, un altro viene accontentato consentendo allo stesso di uscire a richiesta dal nid, per ricoprire un posto per il quale pare non abbia (fino a prova contraria) nemmeno il profilo professionale richiesto.

Questa concessione all’uscita dell’educatore dal nido confermerebbe evidentemente che a fronte delle molte incertezze l’Ente tiene ben saldo il suo principale obiettivo non dichiarato: mantenere scientemente ridotto il numero degli educatori per poter chiudere o esternalizzare un nido.

Su questo è noto che è in corso uno scontro all’interno della Giunta stessa, sul quale forse ci potrà essere rimproverato di non aver voce in capitolo essendo la scrivente sigla prima di tutto sindacato, ma in quanto tale, autorizzata ad agire in ogni sede affinché chi ne fa le spese non siano lavoratori e utenza.

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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