November 24, 2024
Con una partecipazione al voto che è andata oltre le attese, un gigantesco NO ha travolto Renzi e il suo governo, costretto alle dimissioni di fronte ad un dato numerico (uno scarto di ben 20 punti) che va al di là delle nostre più rosee aspettative ma soprattutto delle previsioni generali del mondo politico-istituzionale-massmediatico, a conferma che tale mondo è, nell’insieme, sempre più lontano dalla vita reale e che tra i suoi protagonisti nessuno ha più la misura dell’entità del malcontento popolare.
Seppur non in questa misura, noi eravamo molto fiduciosi nella vittoria del NO perché ritenevamo suicida la strategia di un capo di governo che, accecato dalla megalomania e dall’arroganza, osava, in un periodo di crisi profonda economica e sociale che dall’Italia si estende a gran parte dell’Europa, chiamare ad un referendum sulla propria persona e sull’insieme delle sue politiche governative.
Oggi in Europa nessun governo – e nessun leader – sopravviverebbe ad una sfida del genere: e solo l’accentramento di potere, senza freni o controlli da parte della propria comunità politica, può spiegare la cecità, nel tentare tale sfida, dell’uomo che addirittura Berlusconi ha definitivo “l’unico leader politico italiano”.
Leggio tutto il comunicato nel documento in allegato:
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