November 24, 2024
Durante il percorso verso l’8 marzo, dalle lavoratrici delle pulizie, della ristorazione, della metalmeccanica riunite in assemblea, si è alzato unanime un grido di denuncia: i ritmi di lavoro sempre più elevati compromettono i tendini delle mani e delle braccia, ci comprimono le terminazioni nervose, ci spaccano la schiena … e l’INAIL spesso non riconosce la natura professionale delle lesioni!
Il mancato ricambio generazionale, il lavoro sotto organico, fa sì che, per una manciata di euro di profitto, ci si accanisca a estrarre sempre più prestazioni da donne già logorate da una vita di lavoro. Siamo andate a studiarci i dati sulle malattie professionali diffusi dall’INAIL che conferma la nostra denuncia.
La provincia di Pisa, insieme a Lucca, è quella dove si registra il maggior numero di denunce di malattie professionali rispetto alle restanti province toscane, mediamente 1500 denunce ogni anno (anni dal 2015 al 2017). Di queste, però, l’INAIL ne riconosce solo il 55 %.
Per quanto riguarda la provincia di Pisa, non vengono riportati i dati divisi per genere: il dato regionale ci dice però che il riconoscimento delle malattie professionali nelle donne cala di circa 10 punti percentuali rispetto a quello degli uomini per cui si può evincere che nella provincia di Pisa solo il 45 % delle denunce di malattia professionale che riguardano le donne vengano riconosciute.
Le denunce di malattia professionale sono numericamente molto inferiori nelle donne che negli uomini (circa la metà), anche a causa del più basso livello di occupazione femminile, ma i numeri si invertono quando si parla di malattie muscoloscheletriche, dovute ai movimenti ripetitivi: il tunnel carpale interessa un terzo in più di donne che di uomini, le altre malattie muscoloscheletriche sono circa due terzi di quelle degli uomini! Mentre per gli uomini le malattie professionali risultano diversificate, le malattie professionali denunciate dalle donne riguardano nella quasi totalità tunnel carpale, altre malattie miscoloscheletriche e malattie del rachide (schiena), che sommate costituiscono il 90 % delle malattie professionali denunciate dalle lavoratrici.
Facendo gli opportuni calcoli si può stimare quindi che ogni anno a Pisa 450 donne subiscano i danni della violenza di ritmi forsennati di lavoro, delle carenze di organico, di turni di lavoro prolungati.
Anche di questa ulteriore violenza sui corpi delle donne vuole parlare Non Una Di Meno in questa giornata di sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo. Vuole inoltre denuciare il ruolo delle istituzioni che da una parte si ergono a paladine della “sicurezza delle donne” e dall’altra creano le condizioni strutturali perchè questa violenza si perpetui.
L’INAIL è una di queste istituzioni che dovrebbe tutelare lavoratori e lavoratrici, ma che in realtà ammicca alle Aziende elargendo sconti sui premi assicurativi, e sempre più preferisce credere alle autocertificazioni dei datori di lavoro di assenza del rischio, piuttosto che a quanto dichiarato sulle condizioni lavorative dalle donne che richiedono il riconoscimento di malattia professionale.
In questo anno, come negli altri, stimiamo che a 250 donne delle 450 di cui sono pervenute le denunce a questi uffici dell’INAIL di Pisa non verrà riconosciuta la malattia professionale. Forse nella deriva patriarcale che il nostro paese sta vivendo anche l’INAIL vuole tornare alle sue origini, quando nel 1929 fu fondato col nome di INFAIL “Istituto Nazionale Fascista per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro”. Noi non lo permetteremo! L’INAIL va riformato e saremo noi a farlo!
Non Una Di Meno Pisa
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