Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicazione per Dhl

Postato il 14 Marzo 2014 | in Lavoro Privato, Sindacato | da

Una discolpa di massa a seguito di sciopero nella logistica.

Riceviamo e pubblichiamo

Contestazioni disciplinari per lo sciopero del 28 febbraio
Questa la risposta degli operai in lotta

Il 28 febbraio, in occasione dello sciopero nazionale indetto dal SI.Cobas, gli operai di molte aziende decidevano di darsi appuntamento davanti al sito della DHL di Settala e di organizzare una manifestazione davanti ai cancelli del magazzino. Allo sciopero hanno aderito anche gli addetti alla sicurezza determinando, nei fatti, il blocco di tutte le attività lavorative

L’obiettivo dello sciopero era molto semplice e chiaro: conquistare l’applicazione integrale del contratto nazionale e cioè il rispetto della legge in vigore

La risposta delle cooperative è stata altrettanto chiara e diretta: “anche se l’azienda non ha rispettato la legge, gli operai devono accettare comunque di farsi spremere senza fiatare. Altrimenti partono le rappresaglie. E così le cooperative (MDM e UCSA) su evidente pressione della DHL, decidono di colpire 5 operai per ogni magazzino coinvolto dagli scioperi, con lettere di contestazione che, nei fatti, sono una minaccia di allontanamento dal lavoro di 20 operai “per rottura del rapporto fiduciario tra socio e cooperativa”.

A fronte di questo comportamento aziendale il SI.Cobas dichiara quindi quanto segue

1) Lo sciopero è stato proclamato da un’organizzazione sindacale (presente nazionalmente nel settore) che in quanto tale si assume tutte le responsabilità degli avvenimenti legati allo sciopero

2) Lo sciopero è stato preannunciato con una settimana di anticipo e la DHL chiamata come le altre aziende in causa (DHL, UCSA, MDM, SKP) non ha pensato di convocare il Cobas per trovare soluzioni alle sacrosante richieste degli operai

3) Lo sciopero si è svolto in maniera pacifica: nessuna minaccia, né tantomeno atto fisico è stato compiuto contro chi ha manifestato l’intenzione di entrare al lavoro

4) Gli operai (non aderenti al nostro sindacato) promotore dello sciopero che si sono presentati davanti ai magazzini, dopo un’ora, si sono allontanati, per lo più incavolati con l’azienda che li ha fatti alzare alle tre di notte per…perdere una giornata di lavoro

5) Le uniche dieci persone, su richiesta della DHL stessa, di cui è stato richiesto l’ingresso per gestire la questione delle consegne dei farmaci, sono state fatte entrare senza problemi

6) L’UCSA, nell’incontro del 13 febbraio, afferma che moltissime persone non sono venute al magazzino perché sapevano che c’era sciopero e che non sarebbero entrate al lavoro (forse che i dirigenti di UCSA hanno la sfera di cristallo per leggere nel cervello delle persone? O forse, più probabilmente, sanno che nonostante le loro pressioni che ben conosciamo tutti, non hanno trovato gente disposta a mettersi contro la massa dei loro compagni in sciopero e fare i crumiri e. Forse anche perché in realtà sono in ballo anche i loro interessi?)

7) Le tre giornate davanti ai cancelli di Settala sono state gestite attraverso una comunicazione costante con le forze dell’ordine le quali, in nessun momento, hanno manifestato l’intenzione di rimuovere un presidio simbolico, non solo per il suo carattere pacifico ma anche perché non c’è mai stata la manifesta intenzione di nessun operaio/a di entrare a lavorare

Molte altre cose ci sarebbero da dire sui trattamenti economici e umani del passato più o meno recente. Ma non è questo il momento per farlo.

Noi ci limitiamo a riportare le affermazione dell’avvocato che ha rappresentato UCSA nell’incontro avvenuto il 13 febbraio per affrontare la piattaforma rivendicata con lo sciopero: “il diritto è sacrosanto ma, se non ci sono i soldi ed il committente non li vuole dare, gcome facciamo?”

Risposta inevitabile della delegazione sindacale: “Forse che un padrone di casa può tollerare che il suo inquilino, per mancanza di soldi, smetta di pagare l’affitto; o un farmacista, per lo stesso motivo, regali le medicine anche se a richiederle fosse una persona gravemente malata ma al momento senza soldi?”

Che ognuno risponda a tali domande e tragga le sue conclusioni sulle vicende qui descritte

Noi aggiungiamo solo tre cose per concludere

1) La DHL exopress, la Gls, la SDA, la TNT e la Bartolini (solo per citare le più importanti a livello nazionale) hanno deciso di percorrere una strada diversa da quella della DHL di Settala-Liscate, accettando il principio dell’applicazione integrale del Contratto Nazionale e stabilendo un rapporto col Cobas basato su dialogo e correttezza;

2) I tribunali di mezza Italia stanno riconoscendo ai lavoratori il diritto a recuperare i soldi sottratti in busta paga rivendicando come “giusta una retribuzione minima”;

3)  ad una mancanza di confronto e di dialogo risponderemo alle minacce e provocazione delle cooperative con tutti gli strumenti riconosciuti legalmente dell’azione sindacale e allargheremo il nostro intervento negli altri magazzini della DHL

SI.Cobas nazionale

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