Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Considerazioni sull’aggiornamento del Piano personale

Postato il 8 Agosto 2014 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

La delibera 107 del 29 Luglio 2014 introduce cambiamenti sui quali urge una riflessione a tutto campo ma non prima di una premessa: Il personale comunale non deve lamentarsi salvo poi accettare e subire ogni decisione assunta dall’Amministrazione, se ci sono fabbisogni diversi da quelli segnalati dai dirigenti (e noi ne siamo certi) devono uscir fuori e discussi ai tavoli sindacali.

In questi giorni l’Amministrazione, senza confronto e informazione, ha deciso di esternalizzare le funzioni di facchinaggio , il sindacato non ha ricevuto informazione alcuna e alcune funzioni sono di fatto espropriate a chi materialmente le ha svolte per anni!

Gran parte delle forze sindacali (unica eccezione i cobas) non hanno mosso ciglio, ormai assuefatti all’idea che l’amministrazione possa fare il bello e il cattivo tempo in materia di servizi e uffici, ormai per loro vale il silenzio assenso rispetto alle politiche di privatizzazione

Al Comune di Pisa manca una reale ricognizione (periodica ) dei fabbisogni di personale, presente solo sulla carta e se \quando avviene riguarda solo i dirigenti e le Po (ovvero pochi eletti utilizzati e ricattati con il salario variabile) , esclude a priori non solo le organizzazioni sindacali e le rsu ( eccetto quelle confederali ormai avvezze a tutelare solo i piccoli interessi corporativi di settore, confederali che hanno per anni legittimato i bilanci comunali ) ma soprattutto la generalità dei lavoratori e delle lavoratrici

In questi anni sono andati in pensione decine di colleghe\i, nessuna informazione è stata resa in merito alla riorganizzazione dei servizi in conseguenza al pensionamento di tanti\e, anzi nel corso del tempo interi uffici sono caduti nel dimenticatoio mettendo a serio rischio i servizi erogati al cittadino. Ormai per certa politica il personale è fatto di numeri, e non di soggetti con dignità capacità e professionalità!

Alcune direzioni non rispettano gli obiettivi loro assegnati ma soprattutto non li mettono in discussione quando sono irrealizzabili già a partire dalle condizioni iniziali, salvo poi rivalersi sul personale con valutazioni della performance inadeguate che decurtano solo il salario accessorio. Certi Dirigenti, e le PO da loro nominate, sono incapaci di contrapporsi alla politica al momento della programmazione, del Peg, del Piano degli obiettivi ( per farlo bisogna sapere di che cosa si tratta?), e si sentono realizzati sono nel fare i “censori” che tagliano salario sentendendosi così “importanti ed autoritari”.

Ma ogni revisione al piano triennale di fabbisogno del personale è dettata dall’ improvvisazione, quasi mai dalle esigenze di servizio, con le intromissione della politica che nella organizzazione della macchina comunale esprime il peggio di se stessa. Apparentemente infatti ci si limita ad intervenire per il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge, quali il rapporto tra spesa personale e spesa corrente inferiore al 50% (comprese le società controllate), il limite del 60% (40% nel 2013) rispetto ai pensionamenti all’interno della progressiva riduzione di spesa, ma in realta la politica si organizza manifestando molto interesse verso le modalità di affidamento all’ esterno di servizi, che i vincoli di bilancio comportano con questo tipo di approccio liberista, con l’ evidente fine di acquisire consenso.

Il piano del personale prevede:

che la giunta programmi il tempo determinato (cioè un fabbisogno di personale volutamente limitato nel tempo per precondizione organizzativa! Ma non dovrebbe essere invece che il numero delle unità di personale si stabilisce in base alle esigenze di servizio? E ove c’è ricorso a tempo determinato non ci sono forse carenze di organico dovute a esigenze stagionali \eccezionali limitate nel tempo? Stesso discorso vale per lo straordinario che non dovrebbe essere utilizzato come “fattore di ordinaria programmazione dell’ orario di lavoro. Allora perché non partire da questi fatti per definire i fabbisogni ?

In qualunque luogo normale, con amministratori e dirigenti non asserviti a logiche di potere ma animati da un’ etica dell’ imparzialita della P.A. , di fronte a tempi determinati e ricorso a straordinari come risposta immediata \ emergenziale alle esigenze organizzative, si farebbero altre scelte attuando piani occupazionali con progressiva copertura a tempo indeterminato dei posti ricoperti per anni con contratti a tempo\precari!

E invece al Comune di Pisa negli anni è accaduto l’esatto contrario incentivando la precarietà, l’ insicurezza, l’ assenza di prospettive e di motivazioni, basti pensare alla assenza di reale formazione e riqualificazione per una buona fetta del personale. Il Comune dei prossimi anni non vuole più gestire i servizi a favore di attività di programmazione e controllo che per altro esercita poco o male, in linea con la qualità dei vertici che esprime.

Il Comune di domani spenderà sempre piu’ soldi per l’effimero ma non per salvaguardare il patrimonio comunale che intere direzioni stanno abbandonando

In un anno la spesa dl personale è calata di circa 400 mila euro, una cifra di non poco conto che va ben oltre i tagli previsti dalla legge, ma i tagli non hanno prodotto alcun beneficio ad una cittadinanza privata non solo di servizi ma anche dei diritti primo tra tutti la possibilità di esercitare un controllo reale sulle scelte

Per quanto poi concerne il trasferimento in mobilità dalla Pm ai servizi educativi ci sono due elementi di riflessione:

  • positivo che il personale possa uscire da Pm e servizi educativi riqualificandosi e per svolgere altre funzioni;
  • negativo il fatto che non esista trasparenza e chiarezza in merito ai trasferimenti richiesti da anni, per non parlare poi dei colleghi della Pm vincitori di selezioni interne e con il trasferimento bloccato.

Quando si parla di mobilità sarebbero necessarie azioni conseguenti e non solo parole, perchè anche questi esempi potrebbero nascondere solo una volontà perversa della politica per cui il trasferimento interno viene dettato o da ragioni “clientelari” , ben lungi quindi da una prospettiva di rilancio dei servizi e di accrescimento delle professionalità . In questo contesto dilaga invece il senso di inutilità di molti dipendenti che si sentono ormai un ostacolo, un sovranumero , una sorta di anticamera di progressivi esuberi o eccedenze!

Il piano del personale non guarda alle reali esigenze dei servizi e di chi vi opera, è piegato forzatamente ai processi organizzativi in materia di gestione dei servizi che i sindaci con i loro programmi di mandato, intendono mettere in atto, programmi in base ai quali operano assessori, dirigenti, e Po. Tutti questi soggetti pensano che con disfunzioni, precarietà e affidamenti all’ esterno riusciranno a salvare in prospettiva loro stessi e le loro prebende!

Le organizzazioni sindacali presenti in Comune non hanno da dire nulla , vogliono continuare a bussare le porte di qualche assessore per sistemare le singole situazioni?

Per i \le dipendenti comunali è arrivato il momento della scelta: intendono difendere le loro professionalità e il servizio pubblico o faranno finta di non vedere cosa ci circonda turandosi il naso fino al 20 di ogni mese?

COBAS COMUNE DI PISA

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