December 22, 2024
L’ultima assemblea, in sostanza, non è servita ai lavoratori e alle lavoratrici per fare chiarezza sui due temi per cui si è svolto l’incontro tra sindacati e World Service, il 10 aprile scorso: LE 40 ORE CONTRATTUALI E IL DIRITTO ALLA MENSA.
I rappresentanti sindacali, nell’assemblea del 12 aprile, si sono presentati davanti agli operai e alle operaie con idee fortemente diverse sui due temi principali. Stando alle delegate Cgil e Uil, le 40 ore non sono importanti e tutti possiamo aspettare beati un “futuro prossimo” promesso dalla World Service per avere qualche spicciolo in più.
Noi dei Cobas, invece, pensiamo che, perché i lavoratori siano tutelati e abbiano quanto abbiamo rivendicato, dobbiamo inchiodare World Service a una verifica delle ore lavorate dall’1 febbraio 2011 a oggi e del numero di dipendenti con contratti precari che sono entrati e usciti in questi anni, senza fare riferimento solo al periodo del trasferimento a Pontedera, perché i precari ci sono sempre stati, tanti e anche prima del trasferimento. Quindi, il trasferimento è solo un alibi, una scusa, per rimandare, per perdere altro tempo, perché l’azienda possa continuare a fare in modo che noi gli costiamo poco, troppo poco. E un sindacato che si rispetti non può dare spago a queste manfrine.
Non abbassiamo la testa come animali da soma, andiamo tutti insieme a testa alta a rivendicare quello che ci spetta, non permettiamo che l’attesa infinita del riconoscimento di un diritto tutelato dalla Costituzione taglieggi ancora le nostre 13e, le 14e, la retribuzione durante la malattia e l’infortunio, quella dei giorni di ferie, di ROL, di permessi retribuiti, insomma tutti i diritti (fino al TFR e alle future pensioni) legati all’orario di lavoro. Che già ora, non essendo pieno, soffoca noi e le nostre famiglie.
Noi con contratto a tempo indeterminato non possiamo essere licenziati dalla sera alla mattina, abbiamo una importante tutela in più, il nostro contratto non andrà in scadenza e non andrà rinnovato ogni 3/4 mesi. Ma non è così per i “tempi determinati”: questi nostri compagni di avventura (o di sventura) hanno una scadenza contrattuale prossima, per la quale è importante che si organizzino da subito.
Se lo vogliono, troveranno i Cobas disposti a battersi insieme a loro, nella consapevolezza che la solidarietà e l’unità sono utili a tutti, a chi è precario e a chi non lo è (o pensa di non esserlo). Contrariamente alla rappresentante Uil, la quale, forse alla ricerca di voti fra i “tempi indeterminati”, ha dichiarato in assemblea di non volersi occupare dei precari e di non volere fare per loro neanche un minuto di sciopero. Beata lei!
Cobas Lavoro Privato Pisa
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