November 25, 2024
Nei prossimi giorni arriveranno in Consiglio dei Ministri i decreti attuativi della cosiddetta “ Riforma Madia”, ma non ci sono motivi per cui rallegrarsi. Una prima avvisaglia di quanto sia pericolosa la manovra contro i servizi e il lavoro pubblico l’abbiamo avuta a inizio 2016 con le anticipazioni dei tagli verso le società partecipate pubbliche e la cancellazione di migliaia di posti di lavoro. Non è dunque casuale lo stillicidio di notizie, i continui rimandi della discussione in sede di Consiglio dei ministri, che tendono a dirottare l’ “attesa e l’ attenzione” sopratutto su due tematiche dei decreti attuativi : gli interventi sui servizi pubblici locali e sulle partecipate, la riduzione dei comparti della contrattazione collettiva nazionale nella P.A. e le conseguenti contrazioni degli spazi di quella di secondo livello.
Iniziamo con alcune considerazioni sulle ragioni che stanno alla base dell’ intervento del Governo. Si denotano infatti forti contenuti di un riesumato centralismo statale nei confronti dei servizi gestiti ed erogati dagli locali, perché nessuno può credere alla favola che l’ intervento governativo sia animato dalla volontà di sfoltire la “giungla” delle partecipate dai costosi CdA e dai conti in rosso. Molte partecipate non svolgono attività di scarso interesse pubblico, anche se non vengono catalogate come aziende strumentali all’ attività degli enti e aziende pubbliche che ne detengono le quote.
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