Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Disabili: lavoratori e cittadini di serie B

Postato il 10 Ottobre 2015 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

disabilitall Decreto Legge n. 76/2013  garantisce il principio della parità di trattamento delle persone disabili e i datori di lavoro devono  adottare accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro per garantire alle persone con disabilità uguale trattamento rispetto a tutti gli altri colleghi.

La domanda che ci poniamo da tempo è cosa  abbia fatto il Comune di Pisa in questi anni al di là degli spots e ci riferiamo alla rimozione delle barriere architettoniche numerose e tali da impedire l’accesso di colleghi\e ad alcuni uffici.

Ricordiamo una sentenza della Corte Europea  ha condannato l’Italia per non avere garantito parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro con una forte discriminazione verso i diversamente abili.

I settori pubblici hanno quindi fatto ben poco a sostegno della disabilità, basti ricordare che i concorsi per le categorie protette sono avvenuti con anni di ritardo e numerosi Enti sono tutt’ora inadempienti.

Il datore di lavoro deve quindi assumere i provvedimenti per assicurare pari opportunità ma su questo punto sono in grave ritardo i Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza.

Nonostante le condanne in sede Europea il legislatore italiano è ancora in ritardo e soprattutto all’atto pratico non sono stati stanziati fondi per l’adeguamento delle strutture e non si è affermata una cultura a tutela dei diversamente abili.

Del resto il datore  pubblico o privato non aveva l’obbligo di creare un posto ad hoc per il disabile ma era tenuto solo a cercare (non a trovare badate bene) questa soluzione ora con la norma antidiscriminazione le cose sono cambiate ma solo in teoria e le soluzioni organizzative, qualora non rappresentino un onere sproporzionato sono possibili e necessarie.

Se allora  la Corte di Giustizia UE, con la sentenza del 04/07/13, ha condannato l’Italia, quali sono i finanziamenti e le direttive atte a dare seguito a queste normative antidiscriminazione?

Ad oggi, come nello stile del Governo, tante parole e zero fatti e su questa strada si sono incamminati gli stessi enti pubblici, una ragione in piu’ per cambiare rotta e affermare scelte diverse dal passato

Rls Cobas Pisa

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