November 24, 2024
… Ma non lo è più, perché fra contratti separati e contratti al ribasso, ormai sul tavolo delle trattative per i rinnovi la piattaforma che la fa da padrona non è quella dei sindacati, ma quella delle aziende.
Come, già nell’incontro d’inizio dicembre, ha cominciato a fare Federmeccanica/Confindustria.
Ciò è la conseguenza degli accordi interconfederali del 1992 e 1993, con cui non solo si abolì la scala mobile dei salari, ma anche s’imprigionarono le rivendicazioni salariali del Contratto Nazionale nella trappola dell’inflazione programmata e si sottomise ogni esigenza operaia al bieco interesse d’impresa.
Alle trattative per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici FIM/Cisl e UILM/Uil hanno presentato una piattaforma (che nel nostro volantino di settembre giudicavamo utile ai padroni) e la FIOM/Cgil ne ha presentata un’altra. Non più, però, quella approvata dalla sua dirigenza il 10-11 luglio (su alcuni punti della quale in quello stesso volantino ci dichiaravamo disponibili a iniziative comuni), ma quella approvata il 23-24 ottobre, concepita dalla dirigenza Fiom per avvicinarsi alla piattaforma dei sindacati-stampella delle imprese. Pardon, Fim e Uilm!
Leggi tutto il comunicato nel documento in allegato:
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