November 23, 2024
Come cinicamente dico e scrivo sempre, i media e i social si accorgono del fenomeno della mancata salute e sicurezza sul lavoro, solo quando “c’è il morto col botto”, cioè il morto spettacolare, quello che ha rilevanza mediatica.
A fare il “botto”, questa volta è toccato a Giuliano De Seta, 18 anni, morto durante la famigerata “alternanza scuola-lavoro” in una fabbrica siderurgica.
Credo che Facebook (seguo, pigramente ormai, solo questo social) dia una perfetta raffigurazione della realtà politica e sociale italiana e di come l’attenzione sulle tragedie cambi di volta in volta, come bandierina al vento.
C’è la settimana degli immigrati affogati, quella dei Peppa Pigs, poi disastri ambientali, Mosca vs Kiev, poi ritorno al fascismo, stragi a Gaza, no TAV, ecc.
Poi, per mesi, di ognuno di tali argomenti non se ne parla più, fino al prossimo “botto”.
Giusto e sacrosanto indignarsi, ci mancherebbe, ma non possiamo fermarci a questo e a esprimere rabbia e sconcerto solo per i fenomeni spettacolari (in Italia i morti sul lavoro sono 4 al giorno, ma pochi ne parlano con assiduità).
Ci sono tantissimi compagni che si sbattono ogni giorno, tutto l’anno, mettendoci tempo libero, fatica e denaro, ognuno su argomenti di propria competenza (non possiamo essere tuttologhi) per la lotta alle tragedie che sui media e suoi social tengono banco solo per pochi giorni.
E lo fanno inquadrando ognuna di queste tragedie in un’unica logica, da cui derivano tutte. Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla natura, nella logica del massimo profitto insita nel capitalismo.
Molti continuano a non capire che la differenza di classe esiste ancora, tra i padroni e gli sfruttati e che quindi la lotta di classe non deve fermarsi.
Io, con orgoglio, faccio parte di questi compagni da sempre e, in particolare da vent’anni, su salute e sicurezza.
Ho scritto innumerevoli mail, ho fatto consulenze gratuite per centinaia di associazioni e singoli lavoratori, ho fatti tantissimi kilometri in tutta Italia per partecipare ad assemblee, convegni, concerti organizzati da partiti e sindacati di classe e da associazioni, che ringrazierò sempre per averle programmate.
Abbiamo avuto dei successi, pochi in percentuale, ma li abbiamo avuti. E questo significa che solo le lotte sul campo (e anche una mailing list su salute e sicurezza sul lavoro è lotta sul campo) e non a parole, ma con fatti, possono ottenere dei risultati.
Ma, durante le mie esperienze, ho visto anche una fortissima indifferenza e ignoranza da parte della maggior parte delle persone, quelle che si ripetono “tanto a me non succede”, fino a indignarsi fino al “botto” successivo, dove si passa a “oddio, speriamo che non succeda proprio a me” e poi, ancora a fregarsene.
Come sempre dico, quando parlo di questi argomenti, non c’è bisogno di discorsi, c’è bisogno di “massa critica”, cioè di un gran numero di persone che lotti unita in una sola direzione, giorno dopo giorno.
Dove c’è stata questa “massa critica” qualche vittoria è stata ottenuta.
Altrimenti non ci può essere altro che sconfitta.
Tratto dalla Mailing List Sicurezza sul Lavoro
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