Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Esistono ancora i licenziamenti politici?

Postato il 2 Marzo 2016 | in Lavoro Privato, Lavoro Pubblico, Sindacato | da

assemblea-nazionale-lavoratEsistono e sono sempre piu’ numerosi, le statistiche per quanto parziali e incomplete ci parlano di decine di licenziamenti all’anno

E’ un grave errore la divisione tra licenziamenti economici, disciplinari, per giusta causa, la dizione dei licenziamenti stessi, specie se riprende la terminologia del diritto borghese, è ingannevole

I procedimenti disciplinari sono uno strumento formidabile nelle mani dei padroni perché raggiungono molteplici obiettivi quali

– colpire , isolare le avanguardie nei posti di lavoro o se preferite un altro termine i soggetti scomodi e riluttante all’ordine padronale, alla organizzazione del lavoro, alle gerarchie. il rapporto è il classico strumento con cui additare il lavoratore conflittuale al pubblico ludibrio, colpirlo agli occhi dei lavoratori dipingendolo come un fannullone, un ostacolo alla produzione e al lavoro altrui. Accade come a scuola quando il rapporto diventa lo strumento con cui rimettere in riga l’alunno indisciplinato. Ma questo meccanismo punitivo nei luoghi di lavoro assume un significato in piu’ quello di scatenare paura e rassegnazione. Il lavoratore con i procedimenti disciplinari diventa un cattivo esempio additato agli occhi dei colleghi, quasi un loro avversario nella cultura padronale per la quale la discplina e la subalternità dei produttori è una condizione imprescindibile per il buon andamento della produzione.
– se guardiamo alle cause dei provvedimenti si capiscono meglio gli obiettivi, ossia si colpiscono lavoratori spesso per episodi risibili e non degni di nota (ritardo nell’uscita dal bagno, 30 secondi di ritardo, inesistenti battibecchi con i superiori dipinti come insubordinazione, opinioni espresse che assumono i connotati della violazione dei codici etici e comportamentali
– cumulare procedimenti disciplinari è facile e alla fine rappresenta lo strumento migliore per cacciare dai luoghi produttivi il lavoratore scomodo, basta reiterare piu’ rapporti per i medesimi motivi, e anche no, intensificarli nell’arco di poco tempo . Poi per produrre i provvedimenti disciplinari è sufficiente costruire condizioni ambientali adeguate, magari trasferire il lavoratore nella postazione peggiore o sottoporlo a continue pressioni di carattere psicologico.
-una volta licenziato il lavoratore è rimasto isolato dai suoi colleghi, non è nelle condizioni di costruire solidarietà, viene visto come un ammalato di peste durante l’epidemia, disumanizzato e tenuto a debita distanza

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