November 27, 2024
La notizia comparsa sull’agenzia di stampa AdnKronos secondo la quale i posti di lavoro nei centri per l’impiego sarebbero a rischio non induce i sindacati “rappresentativi” a rivedere le loro politiche subalterne al Governo in materia di pubblica amministrazione
Venerdì, 31 luglio 2015 è stato infatti sottoscritto l’accordo quadro tra Governo e Regioni in materia di politiche attive del lavoro e dalle prime indiscrezioni pare che i centri dell’impiego siano in futuro a carico per due terzi a del Governo e per un terzo a carico delle Regioni.
Il governo voleva dare vita ad un’agenzia nazionale per l’impiego asserendo che avrebbe sostenuto direttamente i costi, ma nell’arco di poche settimane Renzi e Madia hanno cambiato idea e assicurano la copertura di soli 70 mln su 220mln necessari.
A rischio i posti di lavoro e le funzioni perchè le Regioni non hanno risorse sufficienti a sostenere la spesa.
Ad ammetterlo sono alcuni amministratori regionali, per esempio a margine della Conferenza delle Regioni, l’assessore all’Economia della Lombardia e coordinatore Affari finanziari della Conferenza delle Regioni Massimo Garavaglia ha ammesso l’assenza di risorse.
“Non trovando 150 mln di euro una grossa quota parte dei dipendenti saranno costretti ad andare a casa”, precisa Garavaglia spiegando che su “6500 dipendenti dei centri per l’impiego , ben due terzi sono a rischio. Stupisce il silenzio assordante di CGIL, CISL, UIL e il pressapochismo dello stesso sindacalismo di base.
In questi mesi dentro le Province c’è stato un autentico fuggi fuggi e le clientele politiche e sindacali la fanno da padroni Nell’afoso Nordest tutto tace e intanto continuano viaggi e incontri a Roma di politici e dirigenti sulla sorte delle Province e in particolare per molti dipendenti dei CPI per cui pare non esserci “trippa per gatti…”
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