November 29, 2024
Sul successo del governo Tsipras si giocherà una partita importantissima non solo per i greci ma per le classi subalterne di tutta l’Europa. Infatti, il governo Tsipras rappresenta un cuneo potenzialmente pericoloso per questa Europa, l’Europa dei capitali e non dei popoli.
Il problema posto dal governo greco non sta tanto nel debito, quanto nelle misure economiche che sono nella sua agenda programmatica. A tale proposito, è significativo quanto scrive il 31 gennaio The Economist, una delle voci più autorevoli del capitale finanziario europeo. Per il settimanale, Tsipras dice due cose giuste e una completamente sbagliata.
Quelle giuste sono che l’austerity europea è stata eccessiva e che il debito (salito dal 103,1% al 175% in sei anni malgrado i tagli feroci alla spesa pubblica) non può essere pagato. Fin qui siamo d’accordo. Quale sarebbe allora la cosa completamente sbagliata? Tsipras sbaglierebbe ad abbandonare le cosidette riforme di struttura, su cui il governo greco precedente si era accordato con la Troika in cambio di prestiti ulteriori. L’abbandono delle riforme comporta misure che in Europa sono in completa controtendenza, come la riassunzione di 12mila lavoratori pubblici licenziati, l’innalzamento delle pensioni minime e soprattutto la cancellazione del programma di massicce privatizzazioni (in Grecia le banche più importanti hanno come principale azionista lo Stato). The Economist propone questa soluzione: la ristrutturazione del debito o la riduzione dei suo valore facciale in cambio della prosecuzione delle riforme.
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