Il 2016 porterà la ripresa produttiva? Le premesse non sono confortanti: un altro anno di cassa integrazione alle Presse di Mirafiori, nuovi periodi di stop alla Maserati. Eppure per Chiamparino e Fassino si va “avanti insieme”. Dove non si sa

“Dobbiamo andare avanti insieme” aveva detto Sergio Chiamparino, una decina di giorni fa, celebrando Gianluigi Gabetti e rivolgendosi a Sergio Marchionne. Avanti sì, ma vien da chiedersi: quando partite? La domanda va girata, allargando la coppia al terzetto col sindaco, tirato in ballo anch’egli dalla visione prospettica e futuristica del governatore il giorno in cui l’ex manager e custode di conti (e segreti) di Casa Agnelli è stato insignito del Torinese dell’anno: “Voglio ricordare che io e Fassino – aveva sottolineato il Chiampa – siamo gli unici politici che non hanno mai cambiato idea sull’operato di Marchionne, neppure quando andava di moda dire cose diverse a seconda di quello che scrivevano i giornali”.

Berretto in testa, sindaco e governatore suonano la campana del tram targato Fca, che però non si muove o se lo fa pochi se ne accorgono. Le stesse rassicuranti prospettive per l’imminente 2016 non paiono così concrete e rapide nell’avverarsi. Secondo i piani di Marchionne, la fusione internazionale che ha dato luce alla nuova Fca avrebbe trainato la produzione anche in Italia. I suoi detrattori hanno sempre sostenuto che il piano dell’ad del gruppo automobilistico, invece, avrebbe depotenziato il nostro Paese. E, in effetti, a vedere in questa fine d’anno la situazione non è così positiva, come spesso descritta e come dovrebbe essere per l’annunciata svolta affidata al cambio di calendario.

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