November 26, 2024
Crediamo che quanto segue riguardi non solo gli operatori di Polizia Municipale, ma anche gli Amministratori e, fosse anche solo come cittadini, i dipendenti tutti.
Sul sito dell’Associazione Nazionale Comandanti e Ufficiali di P.M. è reperibile una relazione dell’ex Comandante dei Vigili di Lucca, Luigi Pinelli, preparata per un convegno di formazione per la Polizia Municipale svoltosi nell’agosto del 2007 ed inerente il ruolo della P.M. in relazione ai TSO (Trattamenti Sanitari Obbligatori). Il documento è allegato in pdf al presente messaggio e se ne riporta il link per chi volesse reperirlo in originale.
Tre morti di TSO in poco più di un mese (l’ultimo a Torino pochi giorni fa) hanno reso lo scritto di cui sopra drammaticamente attuale anche se è stato scritto circa sette anni fa.
Il documento è composto di 18 pagine, ma ciò non deve spaventare perchè ben otto riportano integralmente una sentenza richiamata nel testo. Inoltre, dopo alcune annotazioni storiografiche iniziali, la relazione fa luce su alcuni aspetti sia legislativi che operativi sui quali gravano tuttora confusione o superficialità.
Seguendo il discorso del Dott. Pinelli, ci si renderà conto di come le finalità di una norma di legge (la 180 del 1978) siano state stravolte da successive varie emanazioni di fonte gerarchica inferiore; della quasi totale mancanza di protocolli operativi (vedasi l’articolo di Repubblica in allegato) e di come gli stessi protocolli (dove esistono) siano stati nel tempo stravolti fino ad essere scaricati sulla Polizia Municipale. Certo, se la Sanità diventa una spesa (e non un servizio dovuto), il malato psichiatrico diviene un problema di ordine pubblico (perchè non c’è personale sanitario a sufficienza, c’è fretta di passare ad altri casi, ecc…). Finchè non ci scappa il morto, poi è tutto un fuggi fuggi a cercare di porre rimedio a quanto finora era relegato all’improvvisazione o alla buona volontà dei singoli.
Chi leggerà il documento apprenderà che la competenza primaria in occasione dei TSO è dei sanitari, non della forza pubblica; sarà illuminato dalla descrizione della differenza tra il dover controllare che un’Ordinanza sia eseguita e l’eseguirla in prima persona; che un eventuale intervento di coercizione non può essere inquadrato in atti di Polizia Amministrativa semplicemente perchè l’ordine pubblico… non è amministrativo; che se di ordine pubblico, invece, si tratta, la Polizia Municipale non ne ha nessuna competenza nè formazione nè tantomeno equipaggiamento. Neppure le indennità, fra l’altro (ma non si pensi che in cambio di pochi spiccioli e dell’appellativo di poliziotto a pieno titolo, cioè senza quel “municipale” a seguire, i vigili potrebbero accettare l’aggravio delle attuali competenze).
Gli Agenti di Polizia Municipale che si trovano ad operare quotidianamente in prima linea, reclamano chiarezza legislativa e operativa.
Chi intende scimmiottare altre Forze di Polizia, vi ci si arruoli, visto che crede che in casa d’altri tutto funzioni perfettamente. Ma lasci a noi poveri mortali, miseri vigili urbani, le competenze che abbiano e che continuiamo a svolgere nonostante i tagli salariali e gli eterni blocchi contrattuali e di carriera.
Chi viene sottoposto ad un TSO, cosa che segnerà indelebilmente la sua vita, è un paziente, non un deliquente.
E se anche tutto quanto sopra non fosse condivibile neppure in minima parte, le responsabilità oggettive, a tutti i livelli, rimangono.
Non basta un cuscino per TSO o una bomboletta di spray al peperoncino (che può solo creare ulteriori problemi agli operatori) ordinati in fretta e furia dopo che ci è scappato il morto per risolvere le problematiche legate alla sicurezza sul lavoro.
Quale formazione viene svolta in merito per gli operatori di Polizia Municipale?
Con quale criterio vengono scelti gli agenti che sono chiamati ad intervenire?
Quali sono gli strumenti e il supporto di cui dispongono?
Esistono protocolli operativi precisi?
Esistono accordi interforze?
Perchè la P.M., che ha funzioni solamente ausiliarie di Pubblica Sicurezza, deve intervire per prima e non, proprio perchè “ausiliaria”, solo in un eventuale e successivo supporto ad altre Forze di Polizia?
Quali controlli vengono fatti dall’Amministrazione sulla quantità, tipologia e legittimità degli interventi richiesti dai sanitari?
Finchè questi nodi non saranno scioli, anche con la partecipazione a pieno titolo della Polizia Municipale, dei suoi rappresentanti sindacali e di chi si occupa di sicurezza sul lavoro, la strada da seguire non potrà essere che chiedere ogni volta al Responsabile di P.M. di turno la stesura di un ordine scritto dove vengano riportate le modalità di esecuzione del servizio richiesto, quanto personale è chiamato ad intervenire, se siano già state allertate altre Forze di Polizia, se l’equipaggio del 118 sia già presente, se le formalità burocratiche progrome all’intervento siano state integralmente compiute.
Ovviamente gli operatori ben sanno che dovranno prima eseguire l’intervento e solo successivamente contestarlo. Ma almeno, in caso di danni, non saranno i soli ad essere chiamati ad un risarcimento. Sempre ammesso che vi siano denari in grado di risarcire la perdita di una vita o l’esserne stato causa.
Questo il link sopra citato: http://www.ancupm.it/public/links/10042008relazioni.pdf
Dallo stesso sito sono stati attinte altre due notizie relative alla P.M. di Brescia e alla Polizia Municipale di Taormina. In questo secondo caso l’articolo è del 2012, ci auguriamo vivamente che il delirio descrittovi abbia avuto termine.
Alcuni allegati informativi:
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