November 30, 2024
La strage dimenticata dei morti per amianto. La giornata che celebra i morti di amianto passata sotto il silenzio dalle istituzioni e dai sindacati
A ragione viene definita la strage ‘silenziosa’ , parliamo delle morti per amianto che ogni anno provocano 5 mila vittime.
Ma i decessi non sono destinati a diminuire, anzi cresceranno ancora nei prossimi anni, basti pensare a quanti sono ammalati di mesotelioma, alle migliaia di edifici pubblici (si parla di oltre 3000 scuole) che contengono eternit ormai privi di quella manutenzione necessaria a impedire e prevenire il diffondersi nell’aria di sostanze mortali.
Bonifica, mappature, piani per lo smaltimento, discariche sono più di vent’anni che se ne discute e sia pur con ritardo ,la legge istitutiva è del 1992, sono stati adottati piani regionali che prevedono azioni per le quali continuano a mancare i soldi.
Solo negli ultimi anni sono arrivate sentenze che condannano aziende e multinazionali per la morte di lavoratori esposti all’amianto, molto c’è ancora da fare e nel settore pubblico non esiste alcun riconoscimento eccezion fatta per i militari
Tutta da capire è poi la esposizione di tipo “ambientale”. Da anni è bandita la lavorazione dell’amianto e, sulla carta, l’esistente dovrebbe essere smaltito, sempre più gli esposti di tipo ambientale saranno in soprannumero rispetto a quelli di natura professionale aggiungendo, alla paritaria sofferenza, la beffa di non vedersi riconosciuto alcun tipo di risarcimento.
La consapevolezza del rischio amianto ,gli effetti patologici stratificati nel tempo che questo comporta, non è a tutti chiaro ed è qui che la cittadinanza attiva gioca un ruolo essenziale per l’opera di sensibilizzazione . La latenza della malattia sminuisce l’emergenza sanitaria, i morti diventano “invisibili” , spesso e volentieri gli amministratori preferiscono il silenzio per non creare allarmismi e per disimpegnarsi rispetto alle azioni di bonifica.
Anche per questo motivo la giornata del 28 aprile è passata per lo più sottosilenzio, non solo da parte delle autorità sanitarie ma anche dagli enti locali che dovrebbero avere remore a rompere i patti di stabilità quando sono in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini
COBAS PISA
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