November 27, 2024
Nel mondo arabo e musulmano, niente di nuovo. Ci si batte tra arabi e musulmani la più grande gioia dei nemici americani e israeliani. Gli Stati Uniti e i Sauditi sono all’offensiva in tutti i paesi che resistono, soprattutto in Siria, in Iraq e nello Yemen.
In Siria, le forze saudite attaccano su due fronti: il Nord e il Sud.
A Nord, la città lealista e in maggioranza sunnita di Idlib è accerchiata dalle milizie legate a Al Qaeda. Queste milizie utilizzano armi americane, in particolare missili TOW per avere la meglio sulla resistenza dell’esercito siriano e delle forze popolari che difendono la loro città e le loro terre. Uno dei comandanti di Al Qaeda dell’operazione di Idleb è uno sceicco saudita chiamato Abdallah al Mouhaisni.
A Sud, c’è l’antica città di Bosra el Sham, nel cui cuore si erge un anfiteatro romano, che rischia di cadere nelle mani di una coalizione di gruppi jihadisti pilotata dal Fronte al Nusra, filiale di Al Qaeda in Siria.
Mentre il comando americano si sciacqua la bocca con discorsi anti-terroristi, nessun aereo dell’asse USA/UE/CCG (*) si è levato in volo nel cielo siriano sopra Idleb e Bosra el Sham.
Come rivela il dispaccio Reuters del 23 marzo scorso, gli eserciti occidentali hanno persino intensificato le loro forniture di armi a Al Qaeda sul Fronte Sud. E’ attraverso la frontiera giordano-siriana che queste armi, per la maggior parte offerte dall’Arabia Saudita, il più grande importatore di armi al mondo, pervengono alla coalizione anti-Assad del Fronte Sud. Israele non è da meno, poiché anche fonti ufficiali riconoscono che fornisca aiuto alle forze anti-Assad, tra cui Al Qaeda sul Monte Bental nelle colline del Golan (Yaroslav Trofimov, Wall Street Journal, 12 marzo 2015).
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