Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Gran Bretagna docet. A presto la versione italiana di Help to work

Postato il 5 Maggio 2014 | in Italia, Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Che L’Inghilterra e gli Usa siano i modelli dei nostri Governanti è cosa risaputa, ricordiamo a mo’ di esempio il prestito d’onore destinato agli universitari che condanna, per almeno una ventina di anni, uomini e donne alla condizione di indebitati\e solo per avere ottenuto da qualche banca i soldi necessari a mantenersi agli studi, prestiti onerosi da restiuire con relativi interessi (l’università pubblica è una mera chimera)

Altro leit motive è rappresentato dalla esaltazione del volontariato nel terzo settore con la progressiva sostituzione nel socio sanitario di lavoratori\trici regolarmente contrattualizzati.Il risultato è la perdita di posti di lavoro e di servizi erogati al cittadino (qualità e quantità).

Ultimo, ma non ultimo, luogo comune sarà quello del lavoro con un provvedimento che mira a ridurre lo stato sociale . Nei giorni scorsi la Gb ha adottato il pacchetto denominato Help to work che il giornale The Guardian ha definito a ragione una punizione per le classi sociali meno abbienti.

Il Governo vende il pacchetto come una soluzione per tenere impegnati i senza lavoro, spronarli a fare qualcosa, a rendersi socialmente attivi e utili alla comunità, abbattere la logica dei sussidi.

Ma i reali obiettivi sono ben altri che aiutare i disoccupati, piuttosto ridurre i sussidi e soprattutto abbattere i costi dello stato sociale perchè obbligando i disoccupati a prestare opera di volontariato per 30 ore settimanali si cancelleranno posti di lavoro (per lo più part time e destinati alle classi sociali meno abbienti, a figure sociali marginali)

L’annunciato work­fare (dove work sosti­tui­sce il well di wel­fare ) in Italia ha avuto una sua prima realizzazione con i lavori socialmente utili ma oggi si va ben oltre perchè in cambio di un sussidio\reddito minimi (?) si cancellano posti di lavoro colpevolizzando il senza lavoro che in cambio di un aiuto sarà obbligato a prestare gratuitamente le proprie prestazioni sociali.

Insomma il disoccupato viene non solo criminalizzato ma obbligato a svolgere una attività lavorativa mascherata da prestazione sociale pena la perdita del sussidio, in questo modo si riduce lo stato sociale istituzionalizzando questa falsa figura di volontario al posto di rapporti di lavoro regolari e contrattualizzati.

Questa è la cultura del Governo Renzi, il cosiddetto nuovo che riproduce ricette vecchie di stampo neoliberista per le quali lo sfruttamento intensivo della forza lavoro si accompagna alla criminalizzazione delle figure sociali marginali e allo smantellamento del welfare state.

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